"La filosofia che nell’83 ispirò gli architetti progettisti, fu quella di realizzare edifici che dovevano essere utilizzati prevalentemente nelle ore notturne, contrapponendo agli angusti interni, ampi spazi esterni dove avrebbe dovuto svolgersi la vita quotidiana volta a rieducare i detenuti al lavoro, allo studio ed alle attività ricreative." Così ha iniziato il suo lungo intervento il capogruppo del Pd Francesco Bonifazi. "Tale impostazione trovò conferma nella realizzazione del “Giardino degli Incontri” progettato dall'architetto Michelucci - prosegue Bonifazi - che ebbe sempre a cuore la qualità della vita delle persone in stato di detenzione, ritenendo, così come riteniamo noi, che l'istituto carcerario dovesse essere luogo di rieducazione e reinserimento nella società e non luogo di esclusione e di alienazione; la storia ci dice che le buone intenzioni dei progettisti e le speranze dei detenuti trasferiti da istituti come Le Murate, S. Verdiana ed altri, si infransero contro l’organizzazione che sin dall'inizio e poi ancora negli anni successivi Solliciano ha adottato". "Le ristrettezze economiche nelle quali versano attualmente gli istituti penitenziari - incalza il capogruppo del Pd - non hanno fatto altro che inasprire il disagio che vivono non solo i detenuti, ma anche la polizia penitenziaria che, come testimoniano tutte le sigle sindacali ad essa appartenenti, rivendicano una carenza di quasi un terzo dell’organico. Questa carenza di unità, non solo sottopone il personale penitenziario a turni massacranti, ma nonostante tutta la buona volontà e l'impegno profuso, crea oggettive difficoltà che, in alcuni casi, possono determinare il venire meno delle garanzie base previste per i detenuti ed innescare elementi di pericolosità tali da poter determinare atti di violenza nei confronti di altri e di se stessi, fino alle estreme conseguenze, che purtroppo sono note a tutti. "E' opportuno ricordare - continua il consigliere comunale - chi ha dirette competenze su gli istituti carcerari che le norme disciplinanti i luoghi di detenzione sono ordinate in modo da dare esplicita attuazione ai dettati costituzionali che, come ci ricorda l'art. 27, comma 3°, impongono che "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". "Andare incontro alle necessità del personale operante nelle strutture equivale,quindi, anche ad andare incontro alle necessità dei detenuti stessi i quali potranno vedere ancor più garantiti i propri servizi e propri diritti" prosegue l'esponente di maggioranza nel suo intervento."Il problema, poi, del sovraffollamento aggrava oltremodo il disagio di chi vi lavora e rende quasi impossibile l'esistenza a chi vi è recluso. Sollicciano ospita in questo momento oltre il doppio dei detenuti per i quali è stato progettato e che le nuove leggi sempre più restrittive in materia di immigrazione e droga non fanno altro che aggravarne la situazione. Pensiamo al disagio di tutti, ma in modo particolare alle madri con figli minori che, al fine di poter tutelare il rapporto madre figlio, seppure in condizione di detenzione, sarebbe opportuno trasferire in apposite case famiglia. Noi riteniamo - ha concluso Bonifazi - che un grande istituto di una grande città come Firenze capoluogo di una regione che ha sempre avuto a cuore i diritti della persona fino al punto di essere il primo luogo al mondo a bandire la pena di morte, debba diventare esempio della piena applicazione del regolamento carcerario, impiegando le risorse umane ed economiche ad esso necessarie".
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