“Oriana Fallaci è stata una grande scrittrice e giornalista, indubbiamente. Ma la questione non è questa.
E non è nemmeno che sia un “personaggio divisivo”, come viene detto, perché la questione non è se si possano avere opinioni diverse in democrazia, ovviamente.
E’ una questione di presupposti della democrazia, invece. Perché – spiega la consigliera di Firenze riparte a Sinistra Donella Verdi – l’intolleranza di cui Oriana è stata purtroppo portatrice negli ultimi anni della sua vita è un presupposto della negazione del confronto, della tolleranza, dell’accettazione delle opinioni degli altri. Un’intolleranza verso l’Islam in quanto tale, verso i musulmani in quanto tali. Un’intolleranza verso una diversa civiltà solo in quanto diversa, in quanto non occidentale, quasi presupponendo una superiorità dell’Occidente che nulla avesse da imparare dall’Oriente o dal Meridione. Soffiando sul fuoco delle crociate in risposta alle guerra santa, senza domandarsi perché tanto odio inutile, a cui aggiungere altro odio inutile, fatto prima e anzitutto di musulmani che fanno strage di altri musulmani in nome dello stesso dio. Senza domandarsi perché…
Un amico di Oriana, Tiziano Terzani le scrisse una lunga lettera.
Tiziano la esortava a riflettere, le diceva che “…non si tratta di giustificare, di condonare, ma di capire. Capire…”, diceva Tiziano, “… perché io sono convinto che il problema del terrorismo non si risolverà uccidendo i terroristi ma, eliminando le ragioni che li rendono tali”.
Non con la violenza, non con l’intolleranza, non con l’odio …né con le guerre sante, né con le azioni di polizia internazionale, né con quelle di peace-keeping… tutte invenzioni di chi vuole far parlare solo le armi, dovunque, nel mondo, per rispondere alla violenza con la violenza, all’odio con l’odio, in un assurdo dialogo tra sordi che produce solo milioni di morti.
Come possiamo non ricordare Oriana per le dichiarazioni contro gli immigrati perché invasori, contro manifestazioni pacifiche, proprio qui a Firenze, nei primi anni duemila, manifestazioni fatte in nome della pace e del dialogo. Come possiamo non ricordare le sue parole che, se fosse stata costruita la moschea a Colle Val d’Elsa, sarebbe andata a procurasi dell’esplosivo per demolirla lei stessa.
Come possiamo non ricordare parole dure, odiose, intolleranti verso i diversi… contro l’omosessualità, contro l’aborto, contro l’eutanasia. Paradossalmente le stesse parole di chi propugna la guerra santa contro l’Occidente corrotto…
Per queste ragioni, Firenze, città della pace e del dialogo, Firenze che, dietro le orme di La Pira, ospita ogni autunno sindaci di tutte le parti del mondo per tenere aperto proprio il dialogo tra tutte le comunità, Firenze – conclude Donella Verdi – non può comunque intitolare una strada o una piazza a chiunque sia stato paladino di odio e intolleranza, di chi abbia istigato alla violenza contro il diverso”.
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