Il "diritto a morire dignitosamente" va assicurato a ogni detenuto. Lo afferma la Cassazione parlando del boss mafioso e capo di Cosa Nostra, Totò Riina. Per i giudici, fermo restando il suo "spessore criminale", va verificato se il boss mafioso possa considerarsi pericoloso vista l'età, 86 anni, e le gravi condizioni di salute. Sulla base di queste indicazioni, il tribunale di sorveglianza di Bologna deciderà sulla richiesta di differimento della pena, finora sempre respinta.
Riina, in carcere dal 1993, è a processo a Firenze per la strage del Rapido 904 del 23 dicembre 1984 che causò 16 morti e oltre 260 feriti sul treno Napoli-Milano, e la Procura Generale ne ha chiesto la condanna all'ergastolo. Anche nell'ultima udienza, nell'aprile scorso, il legale del 'capo dei capi' aveva segnalato ai giudici l'esigenza di non proseguire l'udienza per l'intera giornata a causa delle precarie condizioni di salute del suo assistito.
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