Definire al massimo dettaglio le informazioni per gestire il rischio idraulico a Firenze, con una mappatura precisa dei vari quartieri di Firenze: questo l’obiettivo dell’accordo tra Comune e Autorità di Bacino dell’Arno, siglato oggi in Palazzo Vecchio dall’assessore alle Politiche del territorio Elisabetta Meucci, l’assessore all'Ambiente Caterina Biti e il segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Arno Gaia Checcucci.
L’Autorità di bacino ha ultimato le mappe della pericolosità e del rischio idraulico secondo le disposizioni della direttiva europea 2007/60; mentre il Piano per l’assetto idrogeologico (Pai) per il Comune di Firenze risulta aggiornato al 2009 e rappresenta il punto di partenza su cui lavorare. Su questa base di dati l'Autorità - per aree di particolare interesse e criticità come quella urbana fiorentina e quella dell'Ombrone Pistoiese - sta procedendo anche con una modellazione specifica, che rispetti integralmente gli indirizzi posti dall'Europa, dove tra l’altro non viene più prevista la rimozione del rischio, ma si mira alla gestione del rischio alluvioni definendo con ulteriore dettaglio le informazioni.
Perché Firenze caso di studio? È un territorio con tanti beni di eccezionale interesse artistico, storico e culturale, con un’area che è stata storicamente sottoposta a episodi alluvionali che hanno interessato a più riprese le varie zone del territorio fiorentino. La città presenta un quadro conoscitivo di dati aggiornato e in continuo sviluppo sulla pericolosità idraulica.
“Questo protocollo è molto importante per l’amministrazione comunale: finalmente abbiamo un linguaggio comune ed un’unica competenza su un settore cruciale per la città – affermano l’assessore all’Ambiente Caterina Biti e la collega alle Politiche del Territorio Elisabetta Meucci – Per noi questo significa avere un importante strumento in più, moderno e unitario, per la gestione del territorio. L’Arno è una grande risorsa per Firenze, la prevenzione e la cura devono andare di pari passo con la prevenzione”. L’accordo è importante anche per la redazione del nuovo regolamento urbanistico, ormai di imminente adozione: attraverso strumenti analitici di maggior dettaglio, diventa possibile approfondire i dati delle aree a pericolosità idraulica e quindi arrivare a gestire il rischio salvaguardando i cittadini, le attività economiche e l’intero patrimonio storico-culturale della città.
“Siamo passati da una fotografia del Pai che si riferiva a sezioni rilevate negli anni ’80 ai dati aggiornati di oggi - afferma Gaia Checcucci - Inoltre, la mappatura è stata dettagliata maggiormente in quanto fa riferimento al sistema di rilevazione LIDAR e le celle che schematizzano il territorio sono più che triplicate rispetto al Pai del 2001. Per questo, in attesa delle opere di riduzione del rischio idraulico, il primo presupposto per parlare di difesa dalle acque è la ‘conoscenza’, che consente di difendere la vita delle persone, il patrimonio edilizio esistente, le attività e permette di governare il rischio in termini di protezione civile”.
Il percorso intrapreso con la firma di questo accordo fornirà un quadro aggiornato di mappe online in chiave europea della pericolosità e del rischio alluvioni ed è un ulteriore passo avanti con questo studio. In sintesi, avremo uno scenario unico di pianificazione per tutti gli strumenti del comune e dell'Autorità di bacino dell’Arno con un unico linguaggio, con meno difficoltà e più semplificazione per i cittadini, con il risultato di un quadro conoscitivo certo e coerente, con la possibile dinamica degli scenari di allagabilità dell’area cittadina e di danno atteso.
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