"In Toscana stiamo ospitando 13.600 migranti su una popolazione di 3 milioni e 700.000 persone. Con quale coraggio possiamo definirla un'invasione? Bisogna non suscitare in un Paese disponibile all'accoglienza sentimenti di avversione o, peggio, xenofobi.
Si tratta di un problema e come tale va gestito e governato". Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi a Firenze a conclusione dell'evento di presentazione del Libro bianco della Toscana sull'accoglienza ai profughi. "Se si continuerà a parlare di invasione – ha aggiunto -0 i 40 Comuni toscani che dicono di no all'accoglienza , e che sono pochi su una stragrande maggioranza che accoglie, aumenteranno, diventeranno 60, poi anche 120. Bisogna invece gestire questa situazione che, se ben guidata, può anche diventare opportunità di crescita per i nostri territori".
Rossi ha messo in evidenza il valore del modello toscano di accoglienza diffusa sperimentato negli ultimi 5 anni e indicato anche quello che, a suo avviso, dovrà essere il prossimo obiettivo: "Nel 2012 ci opponenmmo alla realizzazione di un grande Centro a Coltano (Pisa), e promuovemmo quel modello di accoglienza diffusa e distribuita in tutto il territorio coinvolgendo i comuni e il grande tessuto di volontariato presente in Toscana. Quel modello è sempre in auge. Ora il passaggio nuovo, a mio avviso, è quello di responsabilizzare e coinvolgere ancora di più i comuni nella gestione dell'accoglienza e dei successivi progetti di integrazione. La mia proposta è che non si facciano più passare gli appalti per l'accoglienza dalle prefetture (appalti che poi vanno normalmente a soggetti privati e cooperative), ma che quelle risorse entrino nei bilanci dei comuni, sulla base di precisi indirizzi e vincoli e magari con una programmazione di livello regionale. Con un cambiamento di questo tipo nascerebbero tantissimi progetti di integrazione con i quali si potrebbero ripopolare zone abbandonate, riprenedere e rilanciare attività produttive, si innescherebbe cioè un meccanismo tale da trasformare un problema in opportunità di crescita e di sviluppo. Laddove questo modello è stato sperimentato, per esempio, nella locridee i risultati sono andati in questa direzione".
Il presidente si è detto a sua volta favorevole a un'altra proposta, voltga in questo caso ad affrontare un'altra questione connessa all'arrivo dei migranti e, in particolare alla loro permanenza, e cioè la presenza di un numero elevatissimo di clandestini. "Io ho sottoscritto e promuovo la proposta di legge di Emma Bonino per promuovere il superamento della Bossi-Fini e far emergere il popolo sommerso degli "invisibili", gli immigrati irregolari attraverso un permesso di soggiorno temporaneo per lavorare. E' un idea che mi piace perché permette di far emergere i clandestini mettendo insieme le ragioni della solidarietà e quelle della crescita". "L'idea di rimpatriare tutti gli irregolari, stimati in mezzo milione, la considero invece impensabile da un punto di vista economico. Costerebbe un'enormità».
Rossi ha infine detto la sua riguardo il dibattito corrente sull'aiutare i profughi ‘ a casa loro'. "E' giusto – ha esordito - però bisogna dire anche come, con quali soldi, visto che noi sino a oggi non l'abbiamo mai fatto: l'Italia è il Paese che aiuta di meno rispetto agli altri Paesi, siamo addirittura ultimi in Europa nella classifica degli aiuti". "Per aiutarli, concretamente, a casa loro- ha poi aggiunto Rossi - si metta una tassa sulle transazioni delle multinazionali e una patrimoniale sui redditi sopra i 100mila euro".
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