"Migranti di m….., quando verrà Salvini vi spazzerà via tutti". È quanto si sarebbero sentiti rispondere da un autista dell'Ataf, l'azienda di trasporto pubblico di Firenze, alcuni passeggeri che viaggiavano a bordo del bus 23 domenica mattina. La notizia è riportata oggi in edicola sulla cronaca fiorentina di Repubblica.
A raccontare l'accaduto in una lettera all'Ataf è stata Lina Callupe, 45 anni, peruviana con cittadinanza italiana, che era bordo del mezzo."Sono salita alla fermata di Santa Maria Novella alle 8.05. Il mezzo era fermo e col motore acceso e non accennava a ripartire - racconta Lina, che è impegnata in diverse associazioni del territorio - Mi sono rivolta all'autista che nel frattempo stava scrivendo e sistemando oggetti personali. Gli ho chiesto quando sarebbe ripartito e per tutta risposta lui ha detto: 'Quando mi pare e non mi rompere i c……. la mattina presto'".
"Allora - prosegue Lina - mi sono seduta vicino al posto di guida, mentre altri passeggeri cominciavano a chiedere a che ora partisse". Domande a cui l'autista - è la denuncia - avrebbe risposto con la frase offensiva. Lei non si è arresa e ha scattato una foto al guidatore "perché volevo essere sicura che fosse identificabile. Quando sono scesa l'autista ha continuato a gridarmi contro".
La donna ha contattato le forze dell'ordine ma non ha formalizzato subito la denuncia perché era in ritardo al lavoro. Ieri mattina Lina Callupe è andata all'Ataf in piazza San Marco "per chiedere come segnalare l'accaduto all'azienda". Lì ha trovato due addetti, un uomo e una donna: "Lui mi ha consigliato di rivolgermi alla sede centrale. Gli ho mostrato la foto dell'autista e mi ha fatto capire di conoscerlo".
"A questo punto - continua Lina - la sua collega è intervenuta in modo aggressivo: 'L'autista si alza alle 3 di notte, lei gli ha detto buongiorno?'. Mi ha scattato una foto col cellulare. A mia volta ho chiesto di potere fare una foto anche a lei. Nonostante il collega cercasse di calmarla, mi ha strappato il cellulare cercando di aprire la schermata. Con un altro telefono ho chiamato il 113". L'Ataf, che conferma di aver ricevuto la denuncia e di aver avviato un indagine interna, dichiara che "quelli raccontati dalla signora sono episodi gravi"
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