Da Firenze, dove ha presentato il suo ultimo libro, Fuochi, Pietrangelo Buttafuoco ha annunciato il suo non voto alle elezioni politiche di domenica e lunedì. Lo scrittore siciliano ha dichiarato: "Sono un sincero antidemocratico, non mi pongo il problema, mi piace però lo spettacolo, vedere la gente che si mobilita". Cita il fiorentino Prezzolini: "bisogna costituire la società degli apoti, 'coloro che non se la bevono' e quindi non votano".
Accanto a Buttafuoco siede Marco Tarchi, l'ideatore della nuova destra italiana negli '70, oggi professore all'Università Cesare Alfieri di Firenze. Tarchi ricorda all'autore di Fuochi le sue previsioni sbagliate dopo la larghissima vittoria di Berlusconi e del centrodestra nel 2008: la religione civile antifascista avrebbe chiuso bottega, sarebbero nati Mieli di destra, Santoro di destra, Dandini di destra.
Niente di tutto ciò è accaduto, anzi come ammette Buttafuoco, la Rai di quegli anni venne affidata totalmente a Pino Insegno e l'edizione di San Remo 2011 per il 150° anniversario dell'unità italiana, non fu altro che "un sottoprodotto della festa dell'Unità", con il faccione di Gramsci sul palco e lo show di Benigni. "Oltre alla televisione - continua Buttafuoco - il centrodestra ha massacrato la scuola italiana".
La platea segue e non pare per nulla annoiata. Buttuafoco ringrazia Tarchi, lo chiama maestro e ricorda il suo più grande insegnamento: "chi scrive deve avere un'identità, non un'appartenenza". L'autore siciliano ricorda anche la sua esperienza politica di consigliere provinciale e il senso d'impotenza e d'inutilità che ne è seguito. "Per questo - conclude - non posso essere democratico, perché amo profondamente la libertà".