"Il delitto di Ashley Olsen a Firenze non sarebbe avvenuto se la vittima ed il suo assassino non si fossero imbottiti di cocaina, utilizzo al quale evidentemente entrambi purtroppo erano abituati.
La giovane, senza l'uso di cocaina, non avrebbe accettato di andare a casa con uno sconosciuto". Lo ha detto ieri il procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Creazzo, durante un confronto con gli studenti delle scuole secondarie superiori di Firenze presso il liceo Russell Newton di Scandicci, promosso dall'Osservatore Permanente Giovani-Editori.
Le parole del procuratore Creazzo, nell'ambito di una risposta ad una domanda sulla diffusione delle droghe tra i giovani, sono arrivate all'indomani delle dichiarazioni dei legali del senegalese Cheik
Tidane Diaw, gli avvocati Antonio Voce e Federico Bagattini, accusato dell'omicidio della cittadina americana Ashley Olsen, trovata uccisa il 9 gennaio scorso nel suo appartamento di Firenze in via Santa Monaca, dopo una serata di sesso e cocaina.
"Vogliamo poter controllare tutte le immagini video riprese dalle telecamere nelle strade. Da queste immagini vedremo il volto dell'assassino di Ashley Olsen", avevano detto i difensori di Diaw. Dall'autopsia emergerebbero gli orari della morte di Ashley. "Se la morte di Ashley Olsen è confermata tra le 12 e le 12.30 - spiegano i difensori del senegalese - in quell'orario Diaw era fuori
dall'appartamento da tempo, da circa un'ora. Lui è uscito dalla casa alle 11.30 circa, come provano le immagini delle telecamere, dunque non può averla uccisa".
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