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Rifiuti

ALIA, Grassi (FRS): “Al vertice un presidente condannato per comportamento antisindacale e un amministratore pro inceneritore”

“I Comuni sono proprio convinti delle nomine? Oppure sono costretti da accordi politici?”
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

"Inizia proprio male la storia della nuova società di gestione dei rifiuti dell'area Firenze-Prato-Pistoia-Empoli. Dalle dichiarazioni di intenzione dei comuni soci parrebbe che al vertice della neonata società ALIA verrà nominato un Presidente, Regini, rappresentante della, adesso fusa, Publiambiente, che solo pochi giorni fa è stato condannato per comportamento antisindacale contro una dipendente licenziata nel 2014 e insieme a lui Giannotti, l'ex Amministratore delegato di Quadrifoglio confermato anche in ALIA, le cui propensioni per l'inceneritore sono inequivocabili". Lo dichiarano il Capogruppo di Firenze riparte a Sinistra a Palazzo Vecchio Tommaso Grassi e la Capogruppo di FabricaComune per la Sinistra al comune di Empoli Dusca Bartoli.

"Se per Giannotti si tratta di scelte politiche che non ci hanno mai trovati concordi e contro le quali continueremo ad impegnarci nella lotta al fianco della cittadinanza e dei comitati - proseguono - ci preoccupa ancor di più come i comuni soci possano accettare supinamente che sia nominato chi ha ricevuto da pochi giorni una sentenza del Tribunale contro l'azienda che dirigeva. Infatti il tribunale del Lavoro di Firenze ha scritto una sentenza storica decidendo il reintegro immediato della lavoratrice, riconoscendo il fattore di discriminazione sindacale, condannando la società ALIA spa al pagamento di consistenti spese processuali, naturalmente soldi dei cittadini e non di chi ha sbagliato".

"Difficile pensare che il nuovo Consiglio d'Amministrazione faccia pagare, oltre alla condanna e al reintegro, quanto speso con soldi pubblici ai responsabili del licenziamento: infatti pensiamo che saranno tutti impegnati a coprire il passato e a 'nascondere sotto il tappeto la polvere'. Si è già dimostrato quanto ognuno nel proprio contesto ha denunciato da mesi: i Comuni che hanno dato il via libera all'operazione e firmato il patto parasociale non sono liberi di valutare le capacità e le competenze di chi viene nominato in quanto stretti da accordi politici e da un equilibrio assai fragile che rimarrà in piedi solo e soltanto se tutti saranno ricompensati con poltrone e agevolazioni sui propri territori. È proprio il caso di dire - concludono - che la storia di Alia inizia proprio male".

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