La scorsa settimana avevamo denunciato la situazione insostenibile che i residenti di via Ponte all'Asse erano costretti a subire dallo scorso agosto: da quando ha aperto un ristorante etnico è diventato impossibile dormire. Il ristorante, infatti, manca della opportuna insonorizzazione e chi abita negli appartamenti limitrofi riesce a prendere sonno solo quando l'esercizio chiude il bandone. A volte gli avventori rimangono nel locale fino alle 4 del mattino e in più occasioni lasciano in via Ponte all'Asse ciò che normalmente si “abbandona” in bagno. Alcuni abitanti esasperati da questa situazione, hanno in più occasioni chiamato le Forze dell'Ordine e denunciato a chi di dovere i problemi. Più crescevano le denunce e le segnalazioni, più aumentavano minacce e provocazioni da parte dei proprietari del ristorante.
Oggi pomeriggio si è verificato un'altra aggressione verbale che ha costretto due abitanti di via del Ponte all'Asse a chiedere l'intervento delle Forze dell'Ordine.
“Pochi minuti fa – hanno raccontato due residenti oggetto delle minacce intervenuti in collegamento alla trasmissione Piazza Duomo, in onda su Radio Toscana - siamo stati pesantemente attaccati verbalmente. È intervenuta la Polizia che siamo stati costretti a chiamare, ma ha semplicemente preso atto di ciò che le abbiamo riferito. Stiamo chiedendo un incontro col Questore, perché evidentemente chi di dovere non si rende conto della gravità della situazione. Eravamo al bar a prendere un caffè, stavamo conversando tranquillamente con una guardia giurata che presta servizio presso la vicina banca, quando all'improvviso uno che lavora nel ristorante sotto casa nostra ci ha visto. Ha iniziato ad urlare dandoci dei razzisti e poi ci ha fatto il gesto del coltello che taglia la gola. Sistematicamente ci attendono sulla porta, ci minacciano di morte, ci provocano cercando una nostra reazione affinché possano attaccarci a livello legale e, in questo modo, farci passare dalla parte del torto. Siamo diventati loro ostaggi – hanno sottolineato - non si può uscire tranquillamente in strada e le Istituzioni non ci tutelano in alcun modo: sanno tutto, ma nulla si muove. Non ne possiamo più - hanno concluso - loro vogliono fare quello che vogliono e come noi ci facciamo sentire ci accusano di essere razzisti, cosa assolutamente non vera”.
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