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giovedì, 05 luglio 2012 - 04:09
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'Compro Oro'

Gdf, "Arrestato uno dei maggiori ricettatori d'oro di Firenze"

Il pluripregiudicato, senza avere l'autorizzazione, fondeva l'oro rubato per occultarne la provenienza
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Una carriera iniziata come ladro nei lontani anni della giovinezza a Palermo e terminata (si spera) come ricettore a Firenze. Parliamo di Francesco Vescovo, pluripregiudicato, titolare - di fatto - dell'attività di 'compro oro' in Borgo Ognissanti in realtà intestata alla moglie.

 

Questa mattina i finanzieri del Gruppo di Firenze lo hanno arrestato per una serie di reati: ricettazione, evasione fiscale (per oltre 2,7 milioni di euro) e per esercizio commercio professionale d'oro senza averne i requisiti, che vuol dire che il nostro fondeva l'oro che gli arrivava per vie oscure in forni in suo possesso senza averne l'autorizzazione. In più non aveva mai inviato la comunicazione alla Banca d'Italia necessaria per esercitare la professione di 'compro oro'.

 

La legge impedisce a queste figure commerciali il divieto di fusione di prezioni, perché la tracciabilità dell'oro deve essere sempre riconducibile, ma Vescovo possedeva ben due forni, uno nel fondo di Borgo Ognissanti e un altro in un'abitazione in Via Cavour. Gli inquirenti lo hanno definito "uno dei maggiori ricettatori d'oro sulla piazza fiorentina". 

 

Tra il 2008 e il 2010 Vescovo avrebbe ricettato almeno 106 chilogrammi di oro. Buona parte del metallo prezione proveniva da furti, basti pensare che ben 4.000 sono state le denunce nel 2011 per furti in abitazione. La loro reale provenienza veniva occultata registrando come venditori persone estranee ai fatti, che in passato si erano recate al negozio per vendere esigue quantità di gioielli e invece si sono viste attribuire vendite di preziosi anche per 25 chili. 

 

Nel 2008 a fugare ogni dubbio sull'attività illecita di Vescovo ci pensò indagine dei carabinieri conclusasi con una perquisizione nell'esercizio di Borgo Ognissanti, in quell'occasione tre vittime di furti riconobbero i monili d'oro di loro proprietà.

 

A finire nei guai insieme allo scaltro ricettatore, anche due impreditori d'Arezzo e Monteverchi che acquistavano i lingotti ottenuti dal palermitano, il figlio, titolare di un altro 'compro oro', sempre in Borgo Ognissanti, la moglie; alcuni prestanome che acquistavano per suo conto oggetti in oro messi all'asta, e diversi clienti, denunciati per favoreggiamento dopo averlo informato di essere stati interrogati dalla finanza.

 

Nei suoi confronti oggi la guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro per l'equivalente delle tasse non versate, di beni per 2 milioni di euro, tra cui tre immobili a Firenze e Calenzano e 7,5 chilogrammi di oro del valore di 300.000 euro. Rsichia una pena massima per la sola ricettazione di 8 anni di reclusione.

 

 

 

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