Arrivare a un pareggio di bilancio nel 2012, questo il difficile quanto indispensabile obiettivo a cui punta la dirigenza della prestigiosa Fondazione lirica fiorentina. Anche le contestazioni degli ultimi giorni hanno avuto tra i suoi protagonisti i lavoratori del Maggio, indignati contro Renzi e seriamente preoccupati per il futuro del loro posto di lavoro.
Il Maggio Musicale che porta in giro per il mondo il nome di Firenze ha i conti in rosso da un pezzo, 27 milioni di disavanzo. Una cifra esorbitante, il rischio è il fallimento.
Stamani il sindaco che ricopre anche il ruolo di Presidente del Cda del Maggio e la Sovrintendente Colombo hanno presentato ai giornalisti il loro piano di rilancio, frutto di numerosi riunioni tra i dirigenti e incontri con i sindacati, l'ultimo proprio questa mattina.
“ Il Maggio – esordisce Renzi – può contare su due punti di forza, la qualità della sua offerta artistica e il nuovo Teatro che verrà inaugurato tra tre mesi; ma ha un forte punto di debolezza, il suo debito che non ha paragoni con nessun'altra fondazione lirico-sinfonica. Dunque- prosegue Renzi o si interviene o non si tratterà più di mandare a casa 37 persone ma tutti i 490 dipendenti”. Perchè l'obiettivo del pareggio nel 2012 sia possibile bisogna entro la fine del 2011 arrivare a un disavanzo che non superi i 4 milioni di euro. Come? Aumentando i ricavi tanto per cominciare, abbattendo i costi di gestione e soprattutto esigendo dai dipendenti più flessibilità. E qui arriviamo alle note dolenti, quelle che hanno scritto la sinfonia delle ultime proteste. Il Consiglio di Amministrazione ha deciso di revocare il contratto integrativo dei dipendenti del Maggio, almeno fino a nuovo accordo, con conseguente decurtazione dello stipendio. “Intervenire sul contratto integrativo – spiega Renzi - significa andare a incidere in media del 6,8 % sul Cud del 2010 – in temini pratici (n.d.r.) - un dipendente con la nostra revoca a tempo indeterminato dell'integrativo, incassa il 6% in meno del 2010. Contemporaneamente però siamo disposti a firmare un contratto integrativo da subito a condizione di maggiore movimento da parte dei dipendenti”. “Anche i dirigenti - spiegherà poi la Colombo - hanno deciso di ridursi lo stipendio del 15%”.
Una prolungata assuefazione alle vacche grasse insieme a una scarsa disponibilità a muoversi, a svolgere il proprio lavoro in laboratorio come sul palco ad esempio, periodi di ferie troppo prolungati e una quantità di artisti, ballerini su tutti, troppo vecchi per stare sul palco ma assunti stabilmente, sarebbero alcune delle tante abitudini da cambiare.
La Sovrintendente insiste sulla necessità di aumentare il numero di alzate di sipario, del 20% nel 2012 per arrivare poi al 40% nel 2014. “Il Teatro è una realtà che regala emozioni, la soluzione è aumentare le emozioni e dunque la produttività”, sancisce la Colombo.
E sulla questione del 130 esuberi di cui tanto si è parlato negli ultimi giorni? Sia Francesca Colombo che Matteo Renzi insistono “Si è trattato di un esercizio teorico. Se avesssimo la bacchetta magica e potessimo mettere in piedi l'organico da capo, lo si farebbe con la metà dei componenti attuali. E' un fatto che il teatro possiede una struttura sovradimensionata: è stato fatto un calcolo; si potrebbe fare a meno di 130 persone ma nessuno ha mai parlato di licenziamento”. I dipendenti in surplus, precisa poi la Colombo, sarebbero quegli degli uffici e gli operai, i quali chiaramente una volta raggiunta l'età pensionabile non verranno sostituiti. “E' una fase transitoria – conclude la sovrintendente del Maggio – in cui il sacrificio lo chiediamo a tutti soprattutto in termini di flessibilità”. “Per far questo - conclude Renzi - chiediamo ai sindacati di firmare l'integrativo, siamo disposti ad ascoltare le loro controproposte”. Il sindaco poi annuncia anche un confronto pubblico a fine settembre inizi ottobre nel Salone dei Cinquecento.
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