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sabato, 20 aprile 2013 - 06:53
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Musica

Baker Vs Baker, un viaggio sulla strada del mito

Da venerdì 19 a domenica 21 aprile al Teatro di Cestello
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Musica e parole sulle orme di Chet Baker, geniale trombettista jazz americano che ha attraversato oltre tre decadi di musica, cultura e storia. Un’icona di “genio e sregolatezza”, o dissolutezza; una sorta di Janis Joplin o Jimi Hendrix del jazz che invece di bruciare il proprio successo ha costruito una carriera lunga quasi quarant’anni. Dai picchi altissimi in cui veniva eletto miglior trombettista e cantante jazz (a discapito di mostri sacri come Miles Davis o Dizzy Gillespie) ad abissi di squallore esistenziale e professionale, segnati soprattutto dell’abuso di stupefacenti.
 

 

“Baker Vs Baker - Un viaggio sulla strada del mito” è lo spettacolo scritto e diretto da Fabrizio Checcacci e Roberto Andrioli in scena da venerdì 19 a domenica 21 aprile al Teatro di Cestello (ven e sab ore 21 - dom ore 16,30 – biglietti 14/12 euro). Sul palco scorrono alcuni momenti salienti della vita del trombettista: dall’arresto a Lucca, ai grandi concerti di fine carriera, dal difficile rapporto con le donne e con i genitori, a quello costante e definitivo con l’eroina; momenti che rappresentano anche l’evoluzione della società dagli anni ‘50 agli ’80, trasformazioni che l’artista guardava con distacco, sotto il suo ciuffo brillantinato stile James Dean, che ancora in vecchiaia, lo contraddistingueva.

 

Testimonianze accompagnate dalla splendida colonna sonora di quegli anni, da “My funny Valentine” a “Just friends”, a “Almost blue”, suonate da un duo tromba (Nicola Cellai) e contrabbasso (Claudia Natili), come nelle sue ultime esibizioni.

 

Le “mille anime” di questo mito del jazz emergono dal montaggio di alcuni brani legati in qualche modo a lui e da dialoghi e monologhi che lo raccontano con parole pronunciate da personaggi che, più o meno direttamente, ci hanno avuto a che fare.

 

L’energia della musica, sintesi assoluta della vita, trova la sua armonia nel tempo di un concerto. Diverso è trovare un’armonia fuori dal palcoscenico, dove il genio finisce per possedere l’uomo e per annullarlo. Chet baker è figlio di un’epoca di grandi energie e creatività in ogni linguaggio artistico. Anni che oggi guardiamo “dal basso” in un mondo in cui tutto sembra sia già stato detto e fatto.
 

Particolarmente interessante la dimensione poetica che negli ultimi mesi si è manifestata con la produzione di due dischi: uno con il poeta norvegese Jan Erik Vold, registrato a Parigi, e un altro con i poeti italiani Gianluca Manzi e Maurizio Guercini, “Chet on poetry” registrato a Roma.
In entrambi troviamo un Baker nell’insolito ruolo di lettore di versi. Sull’onda di questo ultimo Chet, è da citare la recente pubblicazione “E nemmeno un rimpianto“ di Roberto Cotroneo in cui l’autore ci offre una romanzesca possibilità che addirittura Chet Baker sia ancora vivo e il suo percorso si risolve nella concezione musicale di Gurdjieff. 
 

Tra le fonti indispensabili, oltre alle numerose biografie pubblicate in USA, Francia e Italia, da citare “Un'estate con Chet” di Massimo Basile e Gianluca Monastra, e "Sulla strada con Chet Baker e tutti gli altri", in cui il batterista Franco Mondini racconta la sua esperienza accanto al trombettista e ad altri protagonisti del jazz internazionale degli anni ‘50 e ‘60.
 

Del resto, di Chet si è detto e scritto molto e ancora si dirà e si scriverà. “Per noi – spiegano Fabrizio Checcacci e Roberto Andrioli - è anche interessante, partendo dall’ascolto delle note e della voce di Chet, provare a “tuffarsi” in quelle atmosfere, circondate da storie di uomini e donne che vale la pena di riportare nell’effimero spazio di un palco. Altro elemento che abbiamo voluto indagare è quello del rapporto del nostro Personaggio con la sua immagine. Chet Baker ha dovuto molto del suo successo alla sua particolare e magnetica fotogenia. Già all’inizio della sua carriera fu definito il James Dean del jazz e molte erano le ragazzine che compravano i suoi dischi più per la foto in copertina che per la musica. Sicuramente questo rapporto tra personaggio e immagine si è rivelato fondamentale nei decenni successivi. Particolarmente preziosa è stata la collaborazione con la Fondazione Siena jazz che attraverso il suo Centro Nazionale studi sul Jazz – Arrigo Polillo, ci ha permesso di usufruire di un archivio di riviste specializzate italiane e straniere, di testi e dischi e altro materiale raro, oltre alla consulenza di esperti e storici del jazz”.

 

per info Teatro di Cestello - Piazza di Cestello, 4 – Firenze
Orari: ven e sab ore 21 - dom ore 16,30
Info tel. 055-294609  www.lamacchinadeltuono.it
www.teatrocestello.it; Prevendite Box Office
www.boxol.it (tel. 055-210804)
Biglietto: 14/12 euro

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