“Nei giorni scorsi il Consiglio della Città metropolitana si è trovato a votare una delibera che non fa altro che ribadire quanto già deciso negli anni passati rispetto all'immobile di Sant'Orsola: bando rivolto ai privati che vorranno recuperare l'edificio per funzioni prettamente private, e il cui interesse pubblico spesso rimane sulla carta.
Nardella e il Pd continuano a sbagliare: non gli deve esser stato sufficiente il rischio corso con gli ultimi privati, tra cui appariva anche la società collegata ad Andrea Bocelli, che se avessero firmato il contratto non avrebbero certo, visto come sono andate a finire le cose anche dal punto di vista giudiziario, concluso l'intervento sull'immobile da tantissimi anni abbandonato. Certo, adesso al privato non sarà necessario neppure intervenire su tetto, facciate e stabilità perché qualche milione di euro, d'urgenza, per evitare che crollasse tutto, è stato stanziato e sarà speso dalla Città Metropolitana” dichiarano i Capogruppo dei gruppi dell'opposizione di sinistra in Città metropolitana e in Comune di Firenze, Enrico Carpini e Tommaso Grassi.
“In queste condizioni un nuovo bando non ha proprio senso, anche perché rispetto al passato non viene chiesto nulla in più. Nardella e compagnia vogliono per caso vedere che proporrà questa volta il privato di turno? L'ultimo presidente della società capofila è finito agli arresti domiciliari, e il nome di Andrea Bocelli, estraneo alle vicende giudiziarie, non ha garantito alcun partner o mecenate internazionale di valore. Non ci sorprendiamo, visto che è stato lo stesso Bocelli, recentemente, a dichiarare alla stampa di essere un uomo che si fida facilmente delle persone, financo a credere e a tifare perché Salvini possa far bene da Ministro. Gli consigliamo – aggiungono Grassi e Carpini – per la prossima volta, prima di spendere il suo nome in operazioni culturali ed economiche con le amministrazioni pubbliche, di stare maggiormente attento”.
“Nelle settimane e nei mesi scorsi era stato lo stesso Nardella a diffondere ottimismo dichiarando ai quattro venti che Sant'Orsola sarebbe ripartita verso una nuova vita, grazie ai fondi pubblici che la Città Metropolitana avrebbe investito. Dove sono finiti i buoni propositi della Città Metropolitana di impegnare soldi pubblici per un progetto condiviso con la cittadinanza? Forse – concludono Carpini e Grassi – qualche privato avvicinandosi alle elezioni, quando tutti sono più buoni e ben disposti, si è fatto avanti con l'amministrazione e si vuol provare nuovamente questa scorciatoia, pericolosa e che sottrae alla collettività quel contenitore del centro storico di Firenze?”.
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