"Il fatto che sia già andato prescritto metà processo per me è un'ingiustizia profonda". Lo ha detto Bruno Rossi, padre della ventenne Martina Rossi morta cadendo dal terrazzo di una camera d'albergo a Palma di Maiorca (Spagna) il 3 agosto 2011 mentre secondo l'accusa fuggiva da un tentativo di stupro.
Bruno Rossi lo ha detto parlando coi giornalisti a margine del processo di appello che vede imputati Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni, di Arezzo, imputati per tentata violenza sessuale. I due sono stati condannati in primo grado a 6 anni per questo reato e per quello di morte in conseguenza di altro delitto. Questo secondo reato si è estinto per sopravvenuta prescrizione.
"Quando uno fa del male e c'è una condanna bisognerebbe dire basta, fermati. Ma e' la politica che dovrebbe intervenire in queste materie e trovare la giusta soluzione" ha proseguito il padre di Martina. "A mia figlia hanno fatto del male - ha aggiunto sempre il padre - Era una ragazza felice, era in vacanza. Due ragazzi strafatti hanno allungato le mani e poi lei è volata giù da un balcone".
Stamani in udienza, nella discussione delle questioni preliminari, ci sono stati attimi accesi tra difesa e procura generale. "Non sono stupito, sono colpito anch'io quando sento un avvocato proporsi in maniera così forte verso chi rappresenta la giustizia - ha dichiarato Bruno Rossi - Ma è la logica di questo processo, è per questo che il primo grado è durato anni".
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