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lunedì, 24 giugno 2013 - 12:25
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Fivizzano

D'Angelis: "La politica edilizia della Lunigiana e Garfagnana è un esempio"

Immagine articolo - Il sito d'Italia

''I pochi danni subiti in Garfagnana e Lunigiana con la forte scossa di terremoto di magnitudo 5.2 sono una lezione all'Italia: quando si ricostruiscono paesi crollati rispettando le regole antisismiche con rigorosi controlli, cosa accaduta in queste zone dopo il sisma del 1995, i rischi diminuiscono radicalmente e non si piangono morti e feriti''. Lo ha detto il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D'Angelis, al termine del sopralluogo di ieri a Fivizzano (Massa Carrara). ''Il governo - ha proseguito D'Angelis - puo' solo ringraziare cittadini, sindaci, volontari e protezione civile per quanto stanno facendo e continueremo a monitorare la situazione fino al cessato allarme. Anche per questo e' finita la stagione delle lacrime di coccodrillo sparse dopo ogni catastrofe. Siamo un Paese in grado di lanciare un vero piano di prevenzione sismica per salvare beni e vite umane oggi pericolosamente a rischio, e' anche il modo per ridare ossigeno al settore dell'edilizia in crisi''. 'Il governo - ha osservato D'Angelis - si e' gia' mosso sulla strada della prevenzione per evitare di continuare a staccare assegni da circa 5 miliardi di euro l'anno per risarcimenti e riparazione danni da catastrofi, come accade dal 1945 ad oggi. Ci siamo mossi in tre direzioni: l'estensione dell'ecobonus, assolutamente da portare al 65%, inserito nel Decreto del Fare per la prima volta anche agli interventi di ristrutturazione antisismica nel 75% del territorio nazionale che la protezione civile certifica a medio-elevato rischio; i 300 milioni recuperati dal ministero delle Infrastrutture per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica piu' altri 100 milioni per i piccoli Comuni''. ''Altre risorse possono essere recuperate da fondi europei e regionali per arrivare a quel che serve per la sicurezza dai terremoti e avvicinarci a realta' come la California o il Giappone, e cioe' tra i 2 e i 4 miliardi l'anno per i prossimi venti anni. Alla parola 'costi' - conclude il sottosegretario - che da sempre accompagna gli interventi di difesa dai grandi rischi, sostituiamo la parola 'investimenti' che creano anche occupazione, innescando economie territoriali e qualita'''.

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