Salvare il Maggio e i suoi posti di lavoro. A tre giorni dall'annuncio della liquidazione come unica alternativa alla chiusura della fondazione che vanta il piu' antico festival d'Europa e una crisi ''gravissima'' - cosi' il commissario straordinario Francesco Bianchi - e' il ministro per i Beni culturali Massimo Bray a dichiarare, via fb, che intende garantirne ''l'esistenza, salvaguardare i posti di lavoro e quindi individuare tutte le soluzioni possibili per raggiungere questi obiettivi''. Per questo ha parlato con il sottosegretario alla presidenza Filippo Patroni Griffi che coinvolgera' il Governo ''in questa urgente decisione'', e sta studiando, si apprende, un piano industriale alternativo. Un post che trova il plauso della Cgil: la sua ''apertura alla stesura di un piano alternativo e' un'ottima novita''' commenta il rappresentante del sindacato Paolo Aglietti, ieri (sabati, ndr) invece fortemente critico con il sindaco Matteo Renzi perche', con un tweet venerdi' scorso, aveva definito il Maggio uno ''stipendificio''. Termine (pronunciato pure dal commissario), riutilizzato dal sindaco anche in un'intervista uscita ieri sulla Nazione dove ribadisce che il Maggio non chiudera': ''Tra 11 mesi - spiega Renzi - avremo il nuovo teatro e l'orchestra e il coro saranno sempre li' ma non possiamo permetterci di avere decine di persone in piu'. Secondo il commissario ci sono 48 amministrativi quando ne basterebbero 6. La produzione culturale del Maggio non rischia, ma noi vogliamo un teatro con orchestra coro e laboratori, non uno stipendificio di persone assunte spesso senza concorso''. Il nuovo teatro, aggiunge poi Renzi, creera' occupazione ''ma va gestito bene, altrimenti diventa un pozzo senza fondo''. Riguardo al ministro Bray - secondo quanto si apprende da fonti ministeriali - proprio in queste ore e' impegnato nello studio di un piano industriale alternativo per il Maggio, per quantificare le risorse necessarie a far fronte alla crisi dei prossimi mesi, oltre a norme per salvaguardare i posti di lavoro. Probabilmente il piano - riferiscono le stesse fonti - sara' presentato al Governo considerati i precedenti contatti con il sottosegretario Patroni Griffi. Convinto che ci possa essere una via alternativa alla liquidazione e' il governatore toscano Enrico Rossi. In un'intervista a Repubblica sabato indicava come positivo il piano dei sindacati (tagli per 2,7 mln) che ''costringe a ripensare tutto'', proponendo poi un doppio intervento legislativo, per ottenere dalla Cassa depositi un prestito per saldare i debiti - tenendo anche conto che ''in condizioni simili al Maggio ci sono il Carlo Felice di Genova, il Teatro lirico di Cagliari e altre fondazioni per un debito totale di 320 milioni'' - e la possibilita' per le Fondazioni in crisi che il personale in piu' sia riassorbito dalla pubblica amministrazione. Scongiurare la liquidazione e' la parola d'ordine poi del Pd fiorentino e toscano, che chiede al premier Letta ''di intervenire sul sistema delle fondazioni affinche' si creino le condizioni per una soluzione condivisa che salvi il Maggio''.
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