Erano i pendolari delle rapine e per questo già nel maggio del 2017, sei soggetti siciliani, sono finiti in manette. Ma oggi la squadra mobile di Firenze ha catturato altre due persone, due catanesi di 37 e 45 anni, ritenuti responsabili di una tentata rapina in un istituto di credito di Firenze nel settembre 2016.
Al più giovane, inoltre, è contestata anche una rapina consumata commessa in un altro istituto di credito, sempre nello stesso periodo, a Sesto Fiorentino.
I due sono stati catturati in provincia di Catania da agenti della Squadra Mobile della Questura di Firenze, con l’ausilio di agenti della Squadra Mobile di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Firenze, Fabio Frangini, su richiesta del sostituto procuratore Fedele La Terza.
L’attività investigativa della Squadra Mobile della Questura di Firenze, grazie anche a varie testimonianze, con l’analisi dei tabulati e del traffico telefonico, ha consentito agli investigatori fiorentini di identificare i due catanesi fermati questa mattina.
Ai due è contestata, in concorso, una tentata rapina ad un istituto di credito di Piazza Tanucci a Firenze, il 15 settembre 2016 quando, dopo aver immobilizzato e rinchiuso tutti i dipendenti in una stanza, i delinquenti non sono riusciti a mettere a segno il colpo solo grazie al sistema d’allarme entrato in funzione.
Un altro episodio, contestato nell’ordinanza solo al 37enne - sempre in concorso con altri soggetti già destinatari di analogo provvedimento cautelare - è avvenuto il 23 settembre a Sesto Fiorentino, anche questo ai danni di un istituto di credito. I malviventi operarono con le stesse modalità, riuscendo però a portar via, questa volta, oltre 20.000 euro tra denaro contante preso dalla cassa ed altro rubato ai clienti.
Nell’ambito dell’inchiesta è emersa quella che gli inquirenti definiscono una certa “professionalità” dei rapinatori nel compiere le attività criminali, suffragata da un modus operandi comune a tutte le rapine, ovvero l'utilizzo della colla alle mani per non lasciare impronte e chiusura dei dipendenti e dei clienti in una stanza dell’istituto di credito. I due, entrambi già noti alle forze dell’ordine per i loro plurimi specifici precedenti, si trovano ora nella casa circondariale di Catania.
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