"Una interessante audizione con il Direttore dell'Autorità Idrica Toscana che ha svelato il quadro reale della gestione passata di Publiacqua e fatto chiarezza sulle prospettive della ripubblicizzazione - affermano Tommaso Grassi e Donella Verdi, Consiglieri del gruppo Firenze Riparte a Sinistra presenti stamani alla commissione -.
Si scopre per esempio che Publiacqua ha dovuto pagare un milione e novecento mila euro di penali nel 2018 per non aver rispettato il contratto di servizio nel 2016. Tanti euro che pur non ricadendo nelle bollette significano una gestione approssimativa e non ottimale, come qualcuno in questi anni ci avrebbe voluto raccontare."
"Ma anche sulla annosa vicenda del crollo del Lungarno Torrigiani, dopo 3 anni siamo ancora ad attendere di scoprire se le assicurazioni di Publiacqua pagheranno i lavori integralmente. Intanto stamani abbiamo scoperto che il tubo e la realizzazione della nuova tubatura è stata già inserita nelle bollette, quindi i fiorentini l'hanno già ripagato e non sarà coperto dalle polizze. Corretto formalmente, perché si tratta di un miglioramento della rete idrica, ma certo si scontra con la promessa del sindaco Nardella che all'indomani dell'increscioso evento aveva promesso e affermato che 'neppure un euro finirà nelle bollette dei cittadini'. Infatti sono molti più di un euro a testa quelli che la cittadinanza ha dovuto tirare fuori."
"Infine è stato senza dubbio importante appurare che per cambiare tutti i tubi, con l'attuale tasso di sostituzione pari allo 0,5%, servirebbero 200 anni e quelli che cambieremmo oggi sarebbero già vecchi prima di aver finito l'ultima sostituzione. Di fronte a questa situazione una importanza essenziale la assume la modalità di realizzazione degli investimenti da parte delle società: troppe perdite e rotture sistematiche in città evidenziano la necessità di un piano straordinario che le società con i privati, interessati agli utili più che al funzionamento della rete, non hanno permesso di realizzare. Ci fa piacere che anche l'AIT abbia bacchettato la scelta dei Comuni che prendono utili dalle società di gestione ogni anno piuttosto che lasciare in azienda e investire l'anno successivo i fondi derivanti dalla remunerazione. Ci sarebbero più utili l'anno successivo ma non avremmo fondi delle bollette che vanno nelle tasche dei privati. Privati che a parole la politica di Palazzo Vecchio ha promesso di far uscire ma che nel frattempo hanno ricevuto una proroga di 3 anni, dal 2021 al 2024 della convenzione. Infatti se la proroga è stata già concessa dovremo aspettare almeno la fine del 2019 per veder approvato dall'assemblea il piano di ripubblicizzazione dell'acqua. E' l'ennesima dimostrazione di come le promesse politiche non vanno di pari passo con gli atti: siamo senza dubbio concordi nella ripubblicizzazione dell'acqua, vorremmo veder rispettato il referendum del 2011 e oltre ai privati fuori dalla gestione, vorremmo che gli utili derivanti dalle bollette possano essere reinvestiti sulla manutenzione e il miglioramento della rete idrica. Questo il nostro obiettivo e continueremo a dare battaglia ogni giorno".
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