Osmannoro, periferia nord di Firenze, nella zona dell'Ingromarket, ore 9 circa di un sabato mattina a quattro giorni da Natale. C'è un palazzo di sei piani, apparentemente abbandonato, sul retro stendini e indumenti, pannolini e panni sporchi. C'è qualcuno che ci abita. Nel fondo di un ristorante, anche se l'insegna direbbe bar pasticceria, c'è qualcuno. Sono una famiglia cinese, sono chiusi dentro con il lucchetto. Ci aprono, non parlano italiano e chiamano un parente che ci spiega la situazione. Un'azienda cinese in crisi. Sei persone all'interno e quattro in attesa all'esterno. Non siamo della Polizia, e tirano un sospiro di sollievo. Chi si lava i denti, chi si è appena svegliato. Quel ristorante è chiuso da anni, l'estintore è stato revisionato l'ultima nel 2003 e le uscite di sicurezza sono blindate. Prendiamo due caffè, 7 scontrini già battuti, vediamo i locali dove vivono. Ma perchè nessuno controlla? Norme violate e sicurezza a rischio, ciò che è successo a Prato dovrebbe servire come monito, invece senza alcuna difficoltà abbiamo avuto accesso ad un luogo, non l'unico, dove al posto di lavorare si dorme. O forse si lavora anche. E questo è un problema specie se pensiamo come la crisi che ha colpito il ristorante cinese ha già messo in ginocchio troppe aziende italiane. Quelle stesse che ricevono i controlli solerti di chi valuta se hanno pagato tasse, ottemperato norme e anche solo aver ricaricato un estintore. Il servizio che abbiamo realizzato forse spiegherà meglio la situazione.
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