La LAV ritiene che le misure di risarcimento da parte della Regione Toscana nei confronti degli allevatori di ovini colpiti da attacchi di predatori, costituiscano un mezzo insufficiente per risolvere il problema, se non associate a una azione di prevenzione reale e ben pianificata. Si rileva infatti, da dati già più volte resi noti e dei quali la Regione è ben consapevole, che la gran parte degli attacchi alle greggi è da attribuire a cani vaganti e non a lupi. E’ dunque necessario che si vada ad incidere proprio sulle cause del vagantismo, investendo sulla gestione consapevole dei cani da parte di chi vive nelle zone rurali e promuovendo la sterilizzazione, onde ridurre il rischio di ibridazione cane-lupo e limitare il randagismo. Tra le proposte formalmente presentate dalla LAV alla Regione c’è il finanziamento totale della sterilizzazione dei cani di proprietà delle aziende zootecniche, insieme naturalmente alla loro registrazione in anagrafe canina e a campagne scolastiche di educazione alla gestione responsabile dei cani.
“I fondi che la Regione ha messo a disposizione degli allevatori e che, peraltro, sono al momento un limitato anticipo a fronte dei quattro milioni annunciati, saranno un risarcimento che non produrrà prevenzione e che servirà al massimo a stemperare un clima di tensione – dichiara la LAV – mentre sarebbe più opportuno spendere i soldi pubblici per bloccare alla fonte il vagantismo, il randagismo e l’ibridazione, onde mettere a tacere veramente anche coloro che, in modo assurdo e aberrante, continuano a proporre di consentire gli abbattimenti dei lupi. Si dovrebbero infatti integrare gli stanziamenti previsti dalla Regione per i piani anti randagismo che, altrimenti, saranno soltanto una goccia nel mare. Al contempo, sarebbe ancora più opportuno favorire le scelte produttive vegetali, anziché l’allevamento, evitando il sacrificio e la morte di moltissimi animali e promuovendo un maggior rispetto della vita e dell’ambiente”.
“Per la prevenzione del vagantismo, del randagismo e dell’ibridazione la stessa Regione Toscana, a luglio 2014, chiese alla LAV di produrre un pacchetto di proposte che non risulta siano state prese in considerazione, preferendo al momento versare soltanto un misero obolo alla categoria degli allevatori, tanto esiguo che i suoi rappresentanti politici non possono neanche farsene un vanto”, conclude la LAV.
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