Le ricadute della crisi determinata dall'emergenza Coronavirus saranno molto più significative per Firenze, rispetto ad altre città d'Italia.
È questo il tema centrale sottolineato ieri dal Sindaco Dario Nardella, durante il suo intervento in Consiglio comunale per fare il punto della situazione. Una crisi che, in ogni caso, non prevederà di ricorrere all'aumento delle tasse per i cittadini, ma è indubbio che per uscirne senza le ossa rotte serviranno aiuti dal Governo nazionale.
Gli effetti sono già sotto gli occhi di tutti: la città è svuotata dai turisti, pochi turisti in coda per accedere nei luoghi di cultura, alberghi, ristoranti e negozi con pochissimi clienti. La foto allegata di piazza della Signoria è stata scattata ieri alle 14.
“Firenze è una città internazionale – ha detto Nardella a margine della seduta in Palazzo Vecchio – una delle principali realtà metropolitane per export e attrazione di turismo: l'impatto economico di questa epidemia si fa già vedere. Preoccuparsi dell'economia – ha spiegato il Sindaco – significa preoccuparsi delle famiglie, dei cittadini e degli individui. Noi stiamo già rispondendo con le nostre forze, abbiamo posticipato il pagamento del canone per il suolo pubblico (la COSAP per le attività come bar e ristoranti, ndr), stiamo pensando a delle misure di supporto alle famiglie, ma è evidente che la città da sola non può riuscire a ribaltare un processo di impoverimento devastante che è destinato a durare diversi mesi. Anche per questo ho parlato sia col Sindaco di Milano, sia con quello di Venezia per fare fronte comune: sia nell'inviare richieste di sostegno concreto al Governo, sia anche per collaborare insieme per ripartire. Con Milano abbiamo intenzione di lanciare un'accoppiata nel segno del Made in Italy, il 'Salone del Mobile' e 'Pitti Uomo' insieme negli stessi giorni a giugno. Anche con Venezia condividiamo purtroppo l'impatto sul turismo e la preoccupazione delle imprese che spesso sono a conduzione familiare, non solo multinazionali”.
Serviranno misure a sostegno dei cittadini e delle famiglie. “Per questo – ha sottolineato Nardella - è fondamentale che lo Stato non lasci le città di maggiore richiamo internazionale da sole. Siamo rimasti molto dispiaciuti per le misure assunte dagli Stati Uniti riguardo all'Italia, che praticamente è parificata alla Corea del Sud e all'Iran, misure che colpiscono soprattutto città come Firenze : noi abbiamo quasi 10.000 studenti americani che sono stati richiamati nel loro paese. Ci fa anche rabbia tutto questo, perché sappiamo bene che il numero di contagi in Italia è superiore agli altri paesi anche perché l'Italia è il paese che ha fatto in assoluto più tamponi di tutti (per verificare la causa della malattia, ndr), addirittura 10 volte di più di atri paesi europei. E quindi questo rapporto è falsato dal modo con cui questi esami sono stati fatti dalle varie autorità sanitarie europee.
Speriamo che si trovi una collaborazione reale anche a livello europeo, con i vicepresidenti dei sindaci europei il 16 e 17 marzo chiederò ai membri della commissione europea e al presidente del parlamento David Sassoli di dare un sostegno forte agli stati, ma anche alle città che sono molto colpite da questa epidemia prendendo in esame tutte le misure, inclusa la eventuale deroga per il 2020 al 'fiscal compact', il patto di stabilità europeo, a favore non solo dell'Italia, ma di tutti gli altri paesi colpiti”.
“Insomma, ci rimbocchiamo già le maniche, crediamo che da un lato si debba tutelare assolutamente la salute dei cittadini, dall'altro non ci si debba rassegnare, ma si debba lavorare affinché l'immagine dell'Italia venga ricostruita nel giusto modo, e il nostro paese – ha detto il primo cittadino - non venga trattato come quello degli untori, ma una grande paese che lavora unito e reagisce ad una delle più gravi epidemie dei nostri tempi”.
La crisi derivata dall'epidemia si ripercuoterà sul bilancio del Comune. Nardella non annuncia nuove tasse per i cittadini, ma con meno entrate, per far quadrare i conti, serviranno sostegni da parte del Governo e l'UE, oppure si dovrà ricorrere ad un inevitabile taglio dei servizi offerti alla cittadinanza.
“Siamo preoccupatissimi – ha riconosciuto Nardella –. Non siamo ancora in grado di valutare l'entità delle minori entrate che arriveranno per il drastico abbassamento del numero di turisti e quindi dalla imposta di soggiorno, ma anche per la riduzione di quelle tariffe e canoni legati in generale alla mobilità e il dinamismo economico della città che affluiscono alle casse del Comune. Quando avremo il quadro più chiaro potremo prendere in esame tutte le misure, ma certo io so già da ora che non possiamo assolutamente aumentare le tasse o far gravare sulle spalle dei nostri cittadini la risposta necessaria a questa crisi economica e sanitaria. Per questo – ha concluso Nardella – ora più che mai abbiamo bisogno dello Stato, che l'Italia sia forte, presente e vicina alle città”.
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