Il maestro Alexander Lonquich, tedesco di nascita e fiorentino d’adozione, sarà protagonista nella doppia veste di direttore dell’Orchestra del Maggio e pianista solista nel concerto di venerdì 28 febbraio al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.
Nel programma della serata, due dei più affascinanti concerti per pianoforte e orchestra composti da Wolfgang Amadeus Mozart: il Concerto in mi bemolle maggiore K. 449, considerato uno dei concerti della maturità del genio salisburghese, e il Concerto in si bemolle maggiore K. 595, l’ultimo, in ordine di tempo, composto da Mozart pochi mesi prima della morte. A intervallare le due esecuzioni, Lonquich dirigerà l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino nella Sinfonia in sol maggiore “Oxford” di Franz Joseph Haydn. Inizio del concerto alle ore 20.
Alexander Lonquich, 59 anni, nato a Treviri, in Germania, è un caso non comune di artista noto sia come pianista solista che come direttore d’orchestra. Un ritorno al Teatro del Maggio (l’ultima volta fu il 28 marzo 2018 con un programma interamente dedicato a Mozart) per lui che è un fiorentino d’adozione: sposato con la pianista Cristina Barbuti – si sono spesso esibiti in duo – nel 2013 hanno fondato Kantoratelier, un piccolo spazio teatrale ricavato all’interno della loro abitazione fiorentina che organizza laboratori, seminari e concerti su vari temi della psicologia, del teatro e della musica.
Talento precoce, a soli 16 anni si aggiudicò il primo premio al concorso pianistico Alessandro Casagrande di Terni, avviando una carriera internazionale che l’ha visto salire sui palchi dei maggiori teatri e centri musicali tra Stati Uniti, Giappone e l’Europa intera, instaurando un rapporto particolarmente stretto con l’Italia.
Ha lavorato insieme a molti dei più grandi direttori d’orchestra contemporanei (Claudio Abbado, Kurt Sanderling, Ton Koopman, Emmanuel Krivine, Heinz Holliger, Marc Minkowski) e con i maggiori interpreti della musica da camera (Christian Tetzlaff, Nicolas Altstaedt, Vilde Frang, Joshua Bell, Heinrich Schiff, tra gli altri).
Di pari prestigio è la sua lunga esperienza nel doppio ruolo di direttore e solista. Lonquich ha lavorato infatti con l’Orchestra sinfonica della Radio di Francoforte, la Royal Philharmonic Orchestra, la Deutsche Kammerphilharmonie, la Camerata Salzburg, la Mahler Chamber Orchestra, l’Orchestre des Champs-Elysées e la Filarmonica della Scala di Milano. Di particolare rilievo è la ricerca sull’integrale dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart condotta insieme all’Orchestra da Camera di Mantova.
In quest’occasione, Lonquich e l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino eseguiranno due dei componimenti della maturità firmati dal genio salisburghese. Un genere, quello del concerto per pianoforte e orchestra, col quale Wolfgang Amadeus Mozart ebbe poche occasioni di cimentarsi negli anni passati a servizio dell’arcivescovo della sua città natale.
Ma, trasferitosi a Vienna, conobbe un modo radicalmente diverso di lavorare: il sistema delle accademie e le serate in cui i musicisti presentavano al pubblico le proprie composizioni nella doppia di veste di interprete e autore. Nel giro di pochi anni Mozart firmò numerose partiture con le quali dette libero sfogo tanto alla sua eccelsa tecnica pianistica quanto all’assoluta padronanza della scrittura orchestrale.
È proprio in questo clima propizio di sperimentazione che nel marzo del 1784 viene presentato il Concerto in mi bemolle maggiore K. 449, titolo di apertura della serata. Scritto per una piccola orchestra con soli due oboi e due corni nella sezione dei fiati, il Concerto in mi bemolle maggiore non manca di passaggi riccamente elaborati pur conservando la sua cornice cameristica.
Chiuderà il programma il Concerto in si bemolle maggiore K. 595, l’ultimo dei concerti per pianoforte e orchestra composti da Mozart. Lo eseguì il 4 marzo del 1791, data che segna anche la fine delle sue esibizioni pubbliche come solista. Mozart morirà nel dicembre dello stesso anno.
Qui l’autore volutamente rinuncia alle sonorità festose e brillanti dei precedenti lavori, scegliendo una compagine orchestrale ben più limitata, priva di trombe e timpani, e una scrittura aggraziata e sobria, punteggiata da citazioni sinfoniche e teatrali della sua precedente produzione (dalla Jupiter al Ratto dal serraglio) e motivi di incantevole semplicità.
A intervallare i due concerti mozartiani, Lonquich (qui nel solo ruolo di direttore d’orchestra) sarà sul podio per l’esecuzione della Sinfonia n. 92 in sol maggiore di Franz Joseph Haydn, informalmente nota con il nome di Oxford perché proprio nella cittadina
inglese sede della prestigiosa università venne eseguita per la prima volta nel luglio 1791, quando Haydn vi si recò per ricevere il titolo honoris causa di Doctor of Music.
È l’ultima di una serie di opere composte da Haydn tra il 1787 e il 1789 per il conte d’Ogny, un aristocratico francese ammiratore del musicista e già committente delle sei sinfonie dette ‘parigine’. Haydn doveva essere ben fiero di questa sua composizione per sceglierla come coronamento di una giornata tanto solenne. In effetti, la Sinfonia n. 92 è un esempio perfetto di equilibrio di forma e di scrittura nei suoi canonici quattro tempi: un breve Adagio espressivo che precede l’Allegro spiritoso, un pacificante Adagio in seconda posizione in forma di Lied tripartito, un minuetto che gioca sulle contrapposizioni timbriche di ottoni e archi e un Presto finale gioioso e scattante.
Alexander Lonquich
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto in mi bemolle maggiore K. 449 per pianoforte e orchestra
Franz Joseph Haydn
Sinfonia in sol maggiore Hob:I:92, Oxford
Wolfgang Amadeus Mozart
Concerto in si bemolle maggiore K. 595 per pianoforte e orchestra
Alexander Lonquich
Direttore e pianoforte
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Durata
Prima parte: 50 minuti - Intervallo: 30 minuti - Seconda parte: 30 minuti
Durata complessiva: 1 ora e 50 minuti circa
Il concerto sarà trasmesso in differita da Rete Toscana Classica
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