E' stato arrestato per peculato il sindaco di Pescia (Pistoia), Oreste Giurlani (Partito Democratico), che è accusato di essersi impossessato di oltre 570mila euro provenienti dalle casse dell'Uncem Toscana, di cui è stato presidente dal 2005 al 2016, trasferendo il denaro sul proprio conto corrente. I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze hanno eseguito stamani un'ordinanza di arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Firenze, Anna Donatella Liguori, su richiesta della Procura della Repubblica diretta dal procuratore capo, Giuseppe Creazzo.
Il provvedimento ha riguardato Giurlani nella sua veste di ex presidente dell'Uncem Toscana (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani). Le indagini svolte dai finanzieri del Gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze, e coordinate dal sostituto procuratore Tommaso Coletta, hanno permesso di accertare che Giurlani, nel periodo compreso tra il 2012 ed il 2016, si sarebbe appropriato di denaro appartenente all'Uncem, del quale è stato presidente dal 2005 al 2016, trasferendo dal conto corrente dell'associazione, di cui aveva la disponibilità diretta, sul proprio conto corrente personale, oltre 570.000 euro.
Le indagini hanno messo in luce che Giurlani si sarebbe 'autoliquidato' una somma di denaro pari ad oltre 200 mila euro senza produrre alcun giustificativo di spesa, nonché ulteriori 233 mila euro, creando, secondo l'accusa, "giustificazioni fittizie contabili, ideologicamente false e soprattutto non pertinenti alla funzione pubblica svolta", ad esempio le spese per l'acquisto di numerosi telefoni cellulari ed iPad oppure relativi al consumo 'gonfiato' di carburante per autotrazione. Inoltre, nel periodo dal 2005 al 2016, Giurlani risulta aver ricevuto compensi per consulenze private effettuate dall'indagato a favore dell'Uncem per oltre 143 mila euro, su incarichi auto-conferiti, in relazione ai quali sono tuttora in corso approfondimenti ispettivi da parte della Gdf. Sono state eseguite diverse perquisizioni locali presso uffici pubblici e residenze private ubicate nelle province di Firenze e Pistoia, nel corso delle quali è stato acquisito voluminoso materiale cartaceo ed informatico, ora al vaglio degli investigatori.
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