"Forse, quando avro' abbandonato questo mondo, finalmente anche in Italia sara' riconosciuto tutto quello che ho realizzato. All'estero sono piu' amato e rispettato che nel mio Paese''. In occasione dei 90 anni, Franco Zeffirelli fa un bilancio della sua vita e della sua carriera con il settimanale 'Chi', in edicola domani. ''Qui gli intellettuali hanno sempre votato a sinistra. Io l'ho ripudiata e ho perso per questo l'appoggio dell'establishment'', continua Zeffirelli, che sta lavorando all'apertura della sua fondazione a Firenze. ''Pero' e' curioso che, mentre la sinistra italiana abbia continuato a ignorarmi, la Russia mi ha accolto in modo straordinario. Qualche anno fa sono stato onorato della visita di una delegazione del Patriarcato di Mosca, che mi ha testimoniato l'importanza che ha avuto il mio sceneggiato Gesu' di Nazareth (1977). Mi e' stato raccontato che, durante il periodo sovietico, era arrivata di contrabbando una copia del film, una bomba che aveva scosso le coscienze. Per la prima volta i sovietici avevano avuto contatto con il Vangelo''. Il regista parla, poi, anche della sua infanzia e dell'amore per la mamma. ''Ero nato in una situazione irregolare, per quei tempi peccaminosa. Mia madre, donna bellissima, era sposata con un uomo molto malato. Era la piu' brava sarta di Firenze e io sono nato da una relazione avuta con un uomo sposato, che non volle riconoscermi, se non dopo la morte di sua moglie. Il malanimo che veniva riversato su di me da parte della sua famiglia si contrapponeva all'amore di cui ero attorniato da mia madre e dalle sue sorelle. Da loro piovevano affetto e baci''. Zeffirelli riserva infine qualche considerazione sulla sua omosessualita', di cui ha sempre parlato poco: ''L'ho vissuta in modo tranquillo, cercando di fare di me un uomo migliore''.
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