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sabato, 19 maggio 2012 - 05:31
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GdF

G8, sequestro beni per 1,5 milioni. Anche quadri Warhol, Chagall e Botero

Le opere abbellivano la lussuosa villa di un imprenditore a Bagno a Ripoli
Immagine articolo - Il sito d'Italia

Beni per 1,5 milioni di euro sono stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Roma a un imprenditore fiorentino indagato per un giro di fatture false che ha interessato anche la commessa per alcuni lavori sull'isola della Maddalena relativi al G8 del 2009. Tra i beni sequestrati figurano tre immobili situati nelle province di Firenze e Prato, nonchè una quarantina fra sculture e dipinti di pregio, riconducibili a noti autori come Warhol, Chagall, Botero, Paladino, Sironi, Pomodoro, Schifano e Balla.

Tra le numerose statue e i dipinti celebri che abbellivano una lussuosa villa dell'imprenditore a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, c'erano anche il quadro 'Vision de Paris' di Chagall e due oli su tela di Botero 'Still life with coffee pot' e 'Bowl of fruit', il cui valore potrebbe superare di gran lunga quello stimato all'atto del sequestro. Le indagini, che rientrano nel filone dei 'Grandi Eventì sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma e condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Capitale. A finire nel mirino degli investigatori è stata la Cgf Costruzioni Generali Spa che avrebbe inserito in contabilità fatture relative a costi mai sostenuti, per un ammontare di circa 4 milioni di euro. In diversi casi, le Fiamme Gialle hanno accertato che la società avrebbe caricato sui costi dell'appalto relativo al G8 del 2009 prestazioni di servizio in realtà inerenti ad altri cantieri sparsi per l'Italia. In tal modo, l'imprenditore fiorentino - amministratore di fatto della società - e altri tre indagati hanno potuto realizzare un'ingente evasione dell'Iva e dell'imposta sul reddito, quantificata in circa 1,5 milioni di euro nell'arco di tre anni. I finanzieri hanno anche scoperto che le opere d'arte sequestrate, acquistate inizialmente dalla società con un esborso superiore ai 5 milioni di euro, sarebbero state successivamente rivendute all'imprenditore con forti «sconti», pari a oltre il 60% del prezzo di acquisto originario.

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