È iniziata questa mattina la terza e ultima fase della realizzazione del grande scudo parafulmini su Palazzo Vecchio. Quattro tecnici specializzati si sono calati dalla Torre d’Arnolfo per agganciare i cavi di rame alla antiche mura.
Le operazioni proseguiranno per un mese circa sulla facciata esterna del palazzo e nei cortili interni in modo da realizzare uno gigante scudo parafulmini composto da maglie di rame che, ossidandosi, con il tempo non saranno più visibili ad occhio nudo.
L’Amministrazione comunale ha commissionato l'intervento alla Società SAEET Impianti specializzata nella progettazione e messa in opera di sistemi elettrici e meccanici per la produzione e il trasporto di energia convenzionale e rinnovabile. Un intervento necessario perché in caso di caduta di fulmini Palazzo Vecchio, sede dell’amministrazione cittadina oltre che bene culturale di inestimabile valore, potrebbe riportare danni consistenti con anche l’interruzione di servizi pubblici essenziali.
«Vogliamo mettere in sicurezza anzitutto le persone oltre a servizi pubblici essenziali e un inestimabile patrimonio artistico e architettonico - ha sottolineato l’assessore Bettini – per questo intervento l’amministrazione comunale ha investito 300mila euro. Voglio ringraziare Saet che ha realizzato la messa in opera dello scudo parafulmine con una modalità innovativa: i suoi operai lavorano in fune, sospesi per aria, e non sono così impiegati mezzi pesanti in piazza della Signoria».
La grande armatura di maglia di rame coprirà tutte le sommità a partire dalla Torre di Arnolfo, si distenderà lungo le quattro facciate in calate verticali, si interconnetterà con un anello terminale che raggiunge un sistema di dispersori realizzato a livello del suolo. Il sistema di protezione sarà completato da “connessioni equipotenziali”, che servono nei casi in cui non risulta rispettata la distanza di sicurezza tra elementi percorsi dalla corrente di fulmine (captatori, calate, anelli intermedi) ed elementi metallici dell'edificio.
La scelta di realizzare parte dei lavori con operatori in fune, provvisti di appositi patentini, nasce dalla difficoltà di usare mezzi ingombranti e pesanti in alcune zone del Palazzo e dall'esigenza di non ostacolare il movimento turistico in piazza della Signoria e nelle strade adiacenti, senza contare la necessità di evitare il pericolo di danni alla pavimentazione. Due dei quattro tecnici portano sull'elmetto una web cam che registrano immagini inedite: scorci delle pareti e di piazza Signoria con angolature inedite.
Il sito d'Italia, quotidiano diffuso via internet. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale Civile di Firenze n.5811 del 29 dicembre 2010.
Copyright Il sito d'Italia, tutti i diritti e i contenuti sono proprietà de "Il sito d'Italia"
Edito da Dedalo Comunicazione Srl, P.Iva 02200130975 - Direttore Responsabile Leonardo Varasano
Realizzato da Exupery Comunicazione