L'editoriale di Rudy Caparrini - Fra pochi giorni i cittadini toscani saranno chiamati alle urne per eleggere il presidente della Regione e i membri del Consiglio regionale. Secondo alcuni osservatori, si stratta di un evento non sentito dalla popolazione perché vi sono pochi dubbi su chi sarà il vincitore. In effetti, è facile pensare che Enrico Rossi, presidente uscente e candidato del Partito Democratico, ottenga una facile vittoria al primo turno, senza che si renda necessario il ballottaggio introdotto dalla nuova legge elettorale regionale. In ogni caso, nonostante la quasi certezza del risultato, la competizione in Toscana presenta comunque alcuni spunti che meritano il dovuto rilievo.
La prima grande risposta che devono fornire le imminenti elezioni a livello regionale riguarderà il dato sull’affluenza. Un po’ dappertutto vi sono sentori di una scarsa partecipazione al voto, in virtù di una disaffezione crescente verso la politica ma anche a causa di una decisione a dir poco infelice della data prescelta per la consultazione elettorale. Avendo avuto tutto il tempo di decidere il giorno del voto, non si riesce a comprendere perché la scelta sia caduta proprio sul 31 maggio, che si colloca proprio nel bel mezzo di un possibile ponte in concomitanza della festività del 2 giugno. Aggiungiamo a ciò i dati poco incoraggianti che giungono da recenti appuntamenti elettorali, fra cui spicca il caso dell’Emilia Romagna dello scorso anno, dove si recò a votare solo il 37% degli aventi diritto. Il risultato dell’affluenza fornirà, in Toscana come nelle altre regioni, la misura del rifiuto della popolazione nei confronti della politica. Tale dato peserà non poco nell’analisi complessiva che sarà fatta una volta saputi i risultati definitivi. La Toscana ha avuto sempre una tradizione di elevata affluenza al voto. Un calo netto dell’affluenza sarà un campanello d’allarme meritevole della massima attenzione.
Il dato sull’astensione peserà soprattutto sulla valutazione relativa al Partito Democratico. Per la forza politica dominante della regione sarà importante verificare non solo il successo bensì la dimensione del consenso di cui gode, sia in misura percentuale sia in termini assoluti. Nel 2010 Enrico Rossi vinse con quasi il 59,7%, ottenendo oltre un milione di voti. Alle europee dello scorso anno il Partito Democratico ottenne un risultato sbalorditivo, che lo portò ad avere il 56,35% dei consensi su scala regionale, superando anche in tale occasione la soglia del milione di voti. In questa tornata Rossi è chiamato a confermarsi su tali livelli. Il governatore uscente dovrà ottenere perlomeno una percentuale del 50% a suo favore e un numero complessivo di voti che si aggiri intorno al milione. Nel caso Rossi ottenesse cifre troppo inferiori rispetto a quelle registrate nel 2010 e nel 2014, si dovrà per forza parlare di vittoria “dimezzata” sia per il candidato governatore sia per l’intero Partito Democratico e quindi anche per Matteo Renzi, segretario nazionale del PD e Presidente del Consiglio. Non possiamo, infatti, trascurare il fatto che la Toscana è la regione del premier e che da qui provengono molti dei più stretti collaboratori del capo del governo, che si sono fra l’altro impegnati in modo non trascurabile a sostegno di candidati a loro graditi, facendosi vedere in più occasioni. Inoltre, il Partito Democratico in Toscana è saldamente nelle mani dei renziani, in primis del segretario regionale (renzianissimo) Dario Parrini. In quasi tutte le circoscrizioni sono stati scelti capilista espressione della corrente ora di maggioranza del PD, che fa capo appunto al segretario/premier. L’obiettivo dei dirigenti del Partito Democratico in Toscana è di avere un numero consistente di “renziani” eletti in Consiglio Regionale, in modo da avere i numeri per poi imporre a Enrico Rossi una giunta che veda la presenza di molti assessori vicini al leader nazionale.
Per queste ragioni le elezioni regionali in Toscana sono senz’altro un test di rilievo politico per Matteo Renzi e per il Partito Democratico.
Rudy Caparrini è un giornalista e scrittore. Opinionista di Lady Radio, esperto degli equilibri della politica fiorentina e toscana. Profondo conoscitore della Grecia, è un grande tifoso viola.
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