"Con la legge di stabilità abbiamo messo i soldi nelle scuole per l'italiano all'estero, ma serve una gigantesca scommessa culturale sul made in Italy. Se vogliamo che l'italiano sia studiato, non possiamo fermarci alla letteratura". Così il presidente del consiglio Matteo Renzi ha aperto gli Stati Generali della Lingua Italiana nel mondo, due giorni di incontri e studi a Palazzo Vecchio a Firenze. Proprio in riferimento agli italiani che studiano la nostra lingua all'estero, ha spiegato: "È un numero strepitoso (due milioni e 300mila persone nel mondo) ma ancora molto piccolo rispetto agli altri (il paragone con i francesi non regge). In Cina ci sono 54 applicazioni per studiare l’italiano ma questo percorso non può essere giocato sulle leggi dei grandi numeri. Dove sta allora la chiave di un possibile sviluppo? In un grande investimento sull’Italia nel mondo: è vero che siamo solo 60 milioni, ma nella graduatoria dei marchi commerciali l’italiano è la seconda lingua utilizzata - ha aggiunto il premier - questo da una parte implica dei problemi perché si definisce con espressione italiana anche ciò che italiano non è. Ne facciamo le spese nel campo agroalimentare: il parmesan contro il parmigiano. Accanto a questo aspetto problematico ci sono anche dei lati da sfruttare. Nel marchio italiano è contenuta un’evocazione di bello che è positiva dal punto di vista commerciale. È la stessa ambivalenza che è contenuta nella parola crisi, momento di difficoltà ma anche di opportunità".
"Domani il nostro Paese è ospite dell'ultima cena di Stato del presidente Obama: è un fatto simbolico, non personale, è il riconoscimento da parte del nostro amato e principale alleato di quanto può essere forte un'amicizia, un rapporto" ha aggiunto Renzi parlando dell'appuntamento in programma alla Casa Bianca.
Foto: Tiberio Barchielli da Governo.it
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