Stamattina l'assesore alla Mobilità Massimo Mattei e l'assessore alle Politiche sociali Stefania Saccardi si sono recati al campo nomadi dell'Olmatello, per illustrare il progetto di smantellamento dei campi rom a Firenze. Nella prima parte della mattinata già al Poderaccio sono state abbattute tre baracche e cinque ne verrano abbattute nel corso della giornata all'Olmatello "per continuare - come afferma la Saccardi - l'azione di svuotamento e eliminazione dei campi". La situazione del campo non è delle migliori, nelle casette vivono fino a dodici persone in condizioni igienico-sanitarie pessime. Da settembre 2009 la popolazione si è dimezzata passando da 120 a 60 unità, con un conseguente miglioramento delle condizioni del campo. Gli abitanti sono quasi tutti di etnia kosovara arrivati in una prima ondata durante la guerra civile jugoslava 92-95, poi in una seconda durante i bombardamenti Nato del 99, quando la popolazione contava 350 unità. Gli operatori sociali ci spiegano che con il sistema di monitoraggio h24 le famiglie che trovano una migliore soluzione (alloggi Erp o rimpatrio) non possono essere sostituite da altre e per questo la popolazione del campo va logicamente sempre a diminuire. Matteo Conti della cooperativa Cenacolo snocciala qualche dato: "16 persone su 60 lavorano stabilmente", altri fanno l'elemonisa, come Atan che abbiamo intervistato. "Tutti i bambini - continua Conti - vanno a scuola", in realtà ne vediamo tanti dediti ai loro giochi. L'assessore Saccardi conferma l'accordo raggiunto con il Comune di Sesto: l'amministrazione fiorentina accoglierà 30 rom del campo di Quaracchi. "Spesso però - continua l'assessore - i rom rifiutano l'accoglienza. Un esempio è quello di una famiglia di 5 persone con 3 bambini e un'anziana che il 31 dicembre scorso ci aveva chiesto aiuto e al momento dell'accoglienza non si è fatta viva". Più efficace la politica del rimpatrio, tante infatti le famiglie di Quaracchi tornate in Romania dopo aver ricevuto un sostegno economico. In questo senso Sarkozy ha fatto scuola. A questo punto chiediamo un parere all'assessore Mattei sulla politica del presidente francese tanto vituperata nel recente passato. "Sarkozy - spiega Mattei - non va demonizzato, è il presidente di una grande repubblica democratica, eletto liberamente". Viva la sicerità.
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