“Vogliamo che Firenze sia una capitale europea all’avanguardia sui temi della rigenerazione dei ‘vuoti urbani’, per questo continuiamo a candidare il caso della riqualificazione del Sant’Orsola come possibile modello per le azioni strategiche del Comune e della Città Metropolitana di Firenze”, dichiara Emanuele Salerno, membro del gruppo di lavoro Santorsolaproject che da quattro anni, assieme a una rete di numerose associazioni e soggetti del territorio, propone iniziative per la valorizzazione degli spazi pubblici del rione San Lorenzo e per la riqualificazione dell’immobile pubblico ex Convento di Sant’Orsola al centro dell’area della città di Firenze riconosciuta come patrimonio mondiale e tutelata dall’Unesco.
Il gruppo di lavoro Santorsolaproject promuove da tempo l’idea che il recupero dell’ex convento divenga un progetto pilota che possa sperimentare e fondere i temi della rigenerazione urbana con quelli della partecipazione e del dialogo con gli abitanti della città, con tutti coloro che intendono salvaguardare l’identità dei beni comuni e garantire una strategia di recupero che individui usi e funzioni coerenti con le caratteristiche del tessuto urbano e sociale.
Preso atto che gli episodi penalmente rilevanti in cui è stato coinvolto uno dei soggetti del raggruppamento di imprese che ha presentato un’offerta per la valorizzazione del Sant’Orsola, l’unica ammessa all’esame della commissione giudicatrice il 28 settembre scorso, non hanno fatto ritenere opportuno all’amministrazione di invalidare la procedura ed emettere un nuovo bando pubblico, i cittadini che si battono da anni per la riqualificazione del rione e dell’ex convento chiedono a Nardella, in qualità di Sindaco del Comune e della Città Metropolitana, di attivare tutti i provvedimenti necessari per promuovere la trasparenza del processo e garantire l’interesse pubblico.
“Nemmeno la semplice richiesta che nel sito istituzionale della Città Metropolitana fosse presente, in primo piano, uno spazio di informazione costantemente aggiornata sul processo di recupero del Sant’Orsola, cioè su quello che rappresenta il più importante intervento strategico di rigenerazione di un complesso pubblico abbandonato da oltre trent’anni nel cuore del centro storico di Firenze, è stata a oggi recepita dall’amministrazione”, specifica Emanuele Salerno.
In particolare, il Santorsolaproject chiede a Nardella di provvedere a far conoscere ai cittadini i termini entro i quali è stata prevista la pubblicazione dell’esito del procedimento di valutazione dell’unica offerta all’esame della commissione giudicatrice. “Le notizie di stampa sulla proposta avanzata dal gruppo intorno a Bocelli hanno suscitato curiosità e aspettative nel rione, ma l’amministrazione non riesce ancora a garantire un livello di qualità di comunicazione e partecipazione adeguato al processo in corso - ad oggi, tra l’altro, non si ha notizia pubblica delle attività della commissione giudicatrice, del numero di sedute sin qui avvenute e dei tempi che si è data l’amministrazione per completare l’esame dell’offerta pervenutale, e questo nonostante la commissione sia operativa da oltre 90 giorni, essendo stata nominata il 10 ottobre scorso”, spiega Emanuele Salerno.
Le oltre 600 firme raccolte per l’attivazione di un “Laboratorio Sant’Orsola” testimoniano il desiderio dei fiorentini di partecipare al processo di rigenerazione della struttura pubblica e la legittima aspettativa che sia data concreta attuazione ai principi della Carta della Partecipazione sottoscritta dal Comune di Firenze. “A Nardella chiediamo un incontro per affrontare insieme il tema del ‘modello Sant’Orsola’, cioè di un coordinamento di tutti gli attori sociali coinvolti dal processo di riqualificazione sostenuto da un’amministrazione che garantisca la partecipazione attiva dei cittadini nei processi di rigenerazione dei ‘vuoti urbani’ attraverso un costante dialogo con la comunità in merito alle fasi programmatiche, decisionali e di verifica a valle degli interventi di recupero, realizzando percorsi di consultazione dei cittadini al fine di individuare e includere i fabbisogni e le priorità dell’intera comunità nella fase progettuale e in quelle successive, così da promuovere lo sviluppo socio-economico locale, ma anche la massimizzazione del potenziale economico dell’intervento”, dichiara l’architetto Anna Grande, responsabile del progetto “Laboratorio Sant’Orsola” e promotrice del “cantiere aperto Sant’Orsola”.
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