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il ricordo

Lorenzo Bargellini, 35 anni di lotte al fianco degli ultimi. Tra occupazioni e sgomberi, mai col capo chino

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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

di Christian Campigli - Trentacinque anni di barricate, di occupazioni e di proteste. Sempre al fianco degli ultimi, dei senza voce. Si è spento questo pomeriggio Lorenzo Bargellini, detto Mao, storico leader del Movimento di Lotta per la casa, morto all'età di soli cinquantanove anni per un malore. Una figura che ha fatto discutere la politica fiorentina per tre decenni. Tra chi lo accusava di portar avanti idee che la storia aveva cancellato e chi lo venerava come un capo branco. In realtà Bargellini era solo un ragazzo che aveva un ideale. Nel quale credeva profondamente. E per il quale si è battuto. Fino all'ultimo respiro. 

 

La prima volta che le nostre strade si sono incrociate, avevo da poco iniziato a scrivere al Corriere Fiorentino. Il caporedattore mi aveva mandato ad una conferenza stampa del Movimento. Quando arrivai lo riconobbi subito. Si stava spazzolando i suoi lunghi capelli, ai quali teneva moltissimo. Dopo essermi presentato, mi chiese a bruciapelo “Non sarai mica gobbo, vero?”. In dieci anni ho avuto modo di osservarlo, di parlare con lui, di litigarci.

 

Quando scrivevo un articolo su una loro occupazione, su uno sgombero o su una manifestazione ero certo che avrei ricevuto il giorno seguente una sua telefonata. Spesso di critica, a volte anche forte. Le sue battaglie si scontravano con una realtà, quella del diritto alla casa, che faceva a cazzotti con le esigenze di bilancio delle amministrazioni comunali. Talvolta era lui a segnalarmi casi umani incredibili, storie di anziani, donne sole spesso abbandonate da tutti. A volte semplicemente dimenticate persino dai servizi sociali. Non faceva distinzioni tra razze e colori. Anzi, trovava assurdo quando gli venivano poste domande su quali etnie avessero occupato quell'immobile.

 

Ma Lorenzo, oltre ad essere stato un lottatore, è stato anche un vero e proprio soggetto politico. In grado di mediare tra il Comune e le frange più estremiste del Movimento. Lui era la garanzia. Poco prima dell'inizio di un corteo chiesi ad un dirigente della polizia se vi fossero i sentori di qualche problema di ordine pubblico. “No, assolutamente, c'è Lorenzo, quando c'è lui noi siamo tranquilli”. Bargellini riuscì a tenere la barra dritta anche quando sua cugina Sara Funaro, alla quale è sempre stato legatissimo, è diventata assessore alla casa. Anche in quel caso le sue idee sono venute prima. E non potevano essere barattate. Tifosissimo della Fiorentina, era letteralmente innamorato dei suoi cani.

 

Oggi Firenze perde un uomo giusto. Che ha commesso certo degli errori, ma lo ha sempre fatto in nome di un ideale e mai per interessi personali. O per profitto. In un mondo, soprattutto quello politico, che naviga nella melma, un attestato di stima da spillarsi al petto con orgoglio.

 

Christian Campigli - Vietata la riproduzione

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