Nel maggio scorso le cronache cittadine raccontavano di due uomini, entrambi originari della ex Jugoslavia, finiti agli arresti domiciliari dopo la scoperta di una serie di "casseforti" nelle quali veniva conservato il bottino, soprattutto oggetti preziosi, proveniente da una decina di furti in appartamento effettuati tra Firenze, Prato, Arezzo e la Versilia. La particolarità della vicenda è proprio nelle "casseforti" usate dalla banda. I proventi dei furti, per lo più oggetti in oro, si parlava di una refurtiva di oltre 2 Kg, pietre preziose ed orologi di lusso, venivano infatti "conservati" in alcuni "Compro Oro" della Toscana, da cui si avviavano immediatamente le operazioni di ricettazione, ma soprattutto in due appartamenti di proprietà del Comune di Firenze.
Uno degli uomini a capo della banda sarebbe stato, infatti, assegnatario di una casa di edilizia popolare in zona Campo di Marte, ma, visto il proliferare degli "affari", aveva pensato bene di occupare l'appartamento di fianco al suo, per allargare il proprio "magazzino". Un'occupazione abusiva che aveva destato sospetto tra i residenti che avevano anche segnalato la situazione alle istituzioni competenti. Durante i controlli effettuati dagli agenti alla residenza dell'uomo, hanno potuto verificare l'allargamento non autorizzato all'appartamento di fianco ed, incuriositi, hanno cercato anche in questo scoprendo altra merce proveniente da furti. A due mesi di distanza dalla scoperta, chissà se l'appartamento-cassaforte è tornato ad offrire un tetto ad una delle tante famiglie che, in città, sono vittime dell'emergenza abitativa.
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