Il prossimo 8, 9 e 10 novembre non sarà possibile effettuare il rifornimento di carburante. In quei giorni, infatti, è prevista la prima trance di chiusura delle pompe a causa dello sciopero dei benzinai. L'agitazione prevede ben 15 giorni di chiusura degli impianti nei prossimi tre mesi.
A decidere la serrata sono stati il Coordinamento nazionale unitario dei Gestori di Faib Confesercenti e Fegica Cisl che ha notificato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la decisione assunta dai rispettivi organi collegiali. La protesta riguarderà sia i punti vendita sulla viabilità ordinaria che su quella autostradale.
Le motivazioni, si legge in una nota "fa seguito alla costatazione della più assoluta inerzia del Governo stesso, inadempiente rispetto agli impegni ripetutamente assunti nei confronti della Categoria, mettendo a rischio di fallimento circa 25.000 piccole imprese ed i 140.000 posti di lavoro degli addetti occupati".
Contro il rischio di speculazione, Adoc, Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori minacciano di presentare denunce e richieste d'arresto nei confronti dei benzinai che aumenteranno i prezzi di benzina e gasolio nelle 48 ore antecedenti la serrata decisa dai gestori. "Lo sciopero - affermano - rischia di trasformarsi in una maxi-speculazione. In occasione delle precedenti serrate si sono infatti verificati rialzi ingiustificati dei listini nelle ore precedenti gli scioperi".
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