Era malata di leucemia e morì nel 1991, ma documenti ufficiali identificano come causa del decesso l'utilizzo del farmaco sperimentale "Amsacrine", che gli fu somministrato a Careggi.
Oggi si scopre che per la Regione Toscana il farmaco è stato sperimentato solo ad un paziente, a Massa Carrara, che adesso "gode di buona salute". La risposta dell'assessore alla sanità Stefania Saccardi all'interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d'Italia Giovanni Donzelli riapre il caso di Cinzia Bellucci, ex comandante dei vigili urbani di Scandicci deceduta a soli 36 anni. "La risposta pone dubbi inquietanti e molto seri sui protocolli di sperimentazione - sottolinea Donzelli - perché stando a questi documenti la Asl non era a conoscenza dell'effettiva applicazione di quello denominato 'AML 8 A'. Dobbiamo quindi dedurre che in Toscana sono state realizzate sperimentazioni 'abusive' nei reparti, senza che le direzioni degli ospedali, le aziende sanitarie e men che meno la Regione ne fossero informati?".
Sul caso di Cinzia Bellucci, dopo l'assoluzione dei responsabili medici nel processo penale chiuso nel 2001, è in corso un procedimento civile mirato a fare chiarezza proprio sulle cause del decesso. Le anomalie che emergono sono tante ed inquietanti: "La signora Bellucci è stata inserita nei registri per l'utilizzo del protocollo in una data antecedente alla diagnosi di leucemia, mentre nel verbale inviato all'ente che si occupa delle sperimentazioni 'Eortc' la data del decesso è stata posticipata di ben 13 giorni - racconta l'avvocato Monica Caioli, che assiste nel procedimento il marito della persona scomparsa Giovanni Sottani - anche l'orario del decesso in cartella clinica è stato posticipato. Il farmaco utilizzato, inoltre, non risulta registrato in Italia. La legge regionale di allora che regolamentava le sperimentazioni e che di fatto anticipava la normativa nazionale sul consenso informato non è stata rispettata".
"Vogliamo che sul caso si faccia chiarezza assoluta - aggiunge Donzelli - chiediamo che la Regione apra un'indagine interna per verificare se su questa, così come su tutte le altre sperimentazioni, ci siano state omissioni o peggio ancora si sia agito nella clandestinità. Rivolgiamo a tutti i cittadini un appello affinché si facciano avanti se a conoscenza di casi simili che hanno riguardato loro o i loro familiari - conclude Donzelli - le informazioni che raccoglieremo saranno determinanti per fare luce sull'utilizzo dei farmaci sperimentali negli ospedali".
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