Quell’Isola che non c’è in versione rock’n’roll che imperversa in rete, in radio e in ogni dove? Sempre lui, con la benedizione di zio Bennato. Matthew Lee al secolo Matteo Orizi, pesarese classe 1982, è un funambolo del pianoforte, un performer, un cantante e molto altro. Più che un concerto è un vero spettacolo quello che l’artista porta lunedì 5 settembre sul palco del Fiorino sull’Arno di Firenze. Ottima occasione per godersi “D'altri Tempi”, il suo primo vero album trainato dai singoli “E’ tempo d’altri tempi” e "Can i take a bite", realizzato insieme ai più grandi autori e producer internazionali. “D'altri tempi è il mio primo ‘vero’ lavoro discografico – racconta Matthew Lee – ho curato ogni canzone ed ogni dettaglio insieme ad alcuni dei più importanti produttori italiani ed internazionali. Registrato in tre paesi diversi (Italia, Inghilterra e Germania), è un disco in cui mi riconosco in pieno e dove faccio vedere tutti i lati della mia personalità: da quella rock’n’roll a quello più blues, fino al mio lato più romantico. Filo conduttore di tutto è il mio pianoforte, al centro di ogni brano”. Matthew Lee è un vero fenomeno degli 88 tasti. La sua energia e il suo dinamismo fanno tornare alla mente il grande Jerry Lee Lewis mentre la sua voce calda ed espressiva e le sue ballate ricordano il primo Elton John. Poco più che trentenne, Matthew Lee ha già alle spalle un migliaio di concerti in tutta Europa e oltre, compresa una data al Cincinnati Blues Festival, nell'Ohio, dove si è esibito al fianco di grandi artisti del blues americano e cinque serate filate al Lionel Hampton Jazz Club di Parigi. Per la stampa internazionale è “the genius of rock’n’roll”.
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