Quarantacinque giorni alla fine del campionato…..Quarantacinque giorni per chi, ambendo ad altre piazze, sfrutterà questo lasso di tempo per mettersi in vetrina….quarantacinque giorni sotto esame per chi, invece, desidera rimanere in viola.
Finché ci riferiamo ai giocatori il concetto non fa una piega….un po’ meno se, a dover convincere - come hanno titolato alcuni giornali - è Delio Rossi.
Partendo dal presupposto che tutti sbagliano, e che pertanto tutti sono giudicabili e criticabili, appare decisamente severo il dictat nei confronti del tecnico viola.
Un mese e mezzo per “meritare” di riaccomodarsi, il prossimo anno, sulla panchina viola.
A Firenze fu chiesta pazienza nei confronti di Mihajlovich e la seconda opportunità, allora, parve mero atto d’ufficio…gesto dovuto, con mille se e altrettanti ma come attenuanti di un operato tecnico quanto meno discutibile.
Oggi il “subentrato in corsa” è sotto esame, come se i nefasti esiti della stagione viola siano ascrivibili a lui. Fatto fuori Corvino non restano molti papabili da mettere nel mirino della critica.
Una squadra costruita male difficilmente la si può migliorare in corsa, soprattutto se nel mercato di gennaio non arrivano i giusti correttivi.
Una squadra con un evidente deficit di preparazione atletica non la si rivitalizza con la pozione magica di Asterix: un sorso e si è pronti a sbaragliare le legioni nemiche.
Una squadra demotivata e abbandonata a sé stessa - e al caos di uno spogliatoio poco unito, e ancor meno sereno - non ritrova stimoli e sicurezze con un semplice cambio in panchina.
Una squadra orfana di un progetto e gestita in modo approssimativo, più che di un allenatore, ha bisogno di una equipe di specialisti - in vari campi dello scibile umano - per tornare in carreggiata.
Subentrare in corsa non è mai facile….subentrare in un ginepraio come quello viola ancora meno. Da dentro le cose possono addirittura rivelarsi peggiori di come si intravedevano dal di fuori.
I segnali di un profondo disagio non sono mai mancati in questi mesi. La girandola di moduli tentati è cristallino esempio di quanto fosse difficile trovare la quadratura del cerchio. Le dimissioni dopo il naufragio contro la Juve, un preoccupante segnale di allarme: un arrendersi, un alzare bandiera bianca di fronte a problemi e limiti che richiedevano miracoli, piuttosto che azioni umane.
Delio Rossi è, da quando è giunto a Firenze, un uomo solo…. e chissà quanto realmente al comando di questa nave che imbarca acqua da tutte le parti.
Merita una seconda opportunità, merita, dopo aver raccolto uno scomodo testimone, di provare a costruire la “sua” Fiorentina, libero, finalmente, da pesanti eredità.
Merita di essere ripagato con un po’ di fiducia, per aver accettato non di costruire ma, semplicemente, di riparare i danni provocati da altri.
La società di viale Fanti ama giocare a nascondino e la caccia al capro espiatorio è sport in cui eccelle al punto da concorrere, se il CIO introducesse la specialità, ad un ipotetico oro olimpico.
C’è sempre chi è stato meno capace, chi ha deluso, chi ha tradito le aspettative o snobbato e disconosciuto il fantomatico “progetto”.
Direttori sportivi, calciatori e tecnici, in quanto parti in gioco, non son mai completamente scevri da responsabilità, ma neppure gli unici responsabili dei rovesci e delle disfatte viola.
Dietro c’è sempre chi li ha scelti, chi li ha confermati, chi ha costruito attorno a loro premesse e un contesto operativo: una specie di recinto in cui muoversi e con il quale devono quotidianamente fare i conti. E se gli altri falliscono, l’asticella della colpa deve essere alzata anche per chi opera dietro le quinte, per chi ha contribuito, mettendoci del suo.
La scorta di capri espiatori sta finendo…riesumati anche giocatori, stoccati in magazzino come colpevoli avanzi, i responsabili cominciano a scarseggiare…..che si affrettino a rimpinguare l’organigramma o alla prossima caccia al colpevole rischiano pericolose nominations.
fonte: Silvia Nanni - dodicesimouomo.net
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