Una triste storia di caporalato in Toscana. Reclutavano immigrati che, in cambio di una paga di pochi euro, parte dei quali finivano ai caporali, dovevano lavorare per 13 ore al giorno per distribuire volantini pubblicitari.
Così, questa mattina è scattato il blitz dei carabinieri del comando per la tutela del lavoro e dei comandi provinciali di Firenze, Prato e Pistoia, coordinati dalla procura del capoluogo toscano, che ha messo fine al sistema di sfruttamento.
Undici le misure cautelari personali eseguite - sei in carcere, una ai domiciliari, quattro obblighi di dimora - emesse dal gip di Firenze. Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro le accuse nei confronti degli indagati.
Oltre agli arresti, sono stati eseguiti anche sequestri di beni mobili e immobili appartenenti a società di Prato e Massa (Massa Carrara) che si occupavano di distribuzione di volantini, tutti di note catene commerciali, estranee ai fatti. Tra i beni sequestrati ci sono anche i furgoni con cui il traffico veniva svolto oltre a diversi conti correnti e carte di credito per un ammontare di circa 500mila euro.
Secondo quanto emerso nel corso dell'indagine, una parte del reclutamento sarebbe avvenuta in alcune strutture di accoglienza per immigrati. Tra i destinatari delle misure cautelari figurano un ospite del Cas di Campi Bisenzio (Firenze), uno della struttura Caritas di Sesto Fiorentino (Firenze), e due ospitati negli Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Scandicci (Firenze) e Campi Bisenzio.
In merito a questo la Società della Salute fiorentina nord ovest (titolare dei progetti SPRAR/SIPROIMI di zona) "smentisce che due delle persone raggiunte dalle misure fossero attualmente ospitate nelle strutture di Campi Bisenzio e Scandicci".
L'attività lavorativa avveniva, come spiegano gli investigatori, in assenza delle principali tutele in ambito di lavoro, e la retribuzione era di una trentina di euro al giorno, ma i caporali avrebbero trattenuto per sé gran parte della somma. I lavoratori venivano inoltre controllati con sistemi di tracciamento elettronici.
AGGIORNAMENTO: Riceviamo e pubblichiamo la seguente smentita.
La Società della Salute fiorentina nord ovest (titolare dei progetti SPRAR/SIPROIMI di zona) "smentisce che due delle persone raggiunte dalle misure fossero attualmente ospitate nelle strutture di Campi Bisenzio e Scandicci".
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