Il terrore nei racconti di una nuova testimonianza al processo sugli abusi al Forteto che vede imputate 23 persone per maltrattamenti, con a capo Rodolfo Fiesoli (nella foto), accusato anche di violenza sessuale e fondatore della comunità nel Mugello a cui venivano affidati ragazzi in difficoltà dal tribunale dei minori di Firenze in una storia andata avanti per almeno 20 anni.
Nell'udienza del processo davanti ai giudici della Corte d'Assise di Firenze ha parlato don Stefano Benuzzi, parroco e insegnante di religione al liceo Copernico di Bologna. Il prete avrebbe avuto un ruolo importante al Forteto, avvicinandosi a Fiesoli nel 2001 e avvicinando alla comunità molti ragazzi, tanto da veder riconosciuto all'interno degli equilibri disturbati di quell'azienda agricola del Mugello proprio il gruppo "Dei bolognesi", quello anagraficamente più giovane all'interno della comunità. E anche nell'udienza di ieri è emerso il disagio sociale in cui questi fatti prendevano forma.
"E' capitato che Rodolfo Fiesoli mi abbia baciato in bocca" con queste parole agghiaccianti, il prete ha illustrato la sua esperienza al Forteto. "Era un atto puro, casto, senza nessuna violenza" ha specificato il prete. "Rodolfo è il punto finale" ha detto "dopo di lui c'è Dio, c'è solo Dio sopra di lui che interpretava il Vangelo in un modo che mi affascinava molto". Don Benuzzi ha anche confessato della sua "relazione con una ragazza della comunità" sottolineando di come ne fossero a conoscenza anche "vescovi e cardinali". Una storia che sembra non abbia fine nei suoi lati agghiaccianti per gli abusi e per il silenzio con cui questi fatti hanno distrutto molte vite.
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