“Se fosse una pubblicità potremmo definirla ingannevole e falsata rispetto alla realtà. – afferma il Consigliere Comunale di Sinistra e Cittadinanza Tommaso Grassi in riferimento al Festival dell’acqua che domani vedrà una tappa della staffetta passare da Firenze – Quale strategia migliore potevano avevano i privati, che vogliono speculare sul bene pubblico dell’acqua, dopo la sonora sconfitta che hanno avuto dal referendum dello scorso giugno, che andare a dire in giro per l’Italia che l’acqua è stata sempre pubblica e che tutto continuerà come prima ?”
“Due festoni e un bicchiere d’acqua prelevato da un fontanello in Piazza Signoria non possono cancellare tutto ciò che dietro le quinte, al riparo da occhi indiscreti e dai cittadini, le società che gestiscono l’acqua stanno realizzando come se non fosse mai esistito un referendum. In Toscana per esempio si è sottratto l’intero settore dell’ingegneria alle aziende di gestione, creando una società parallela, Ingegnerie Toscane srl, su cui l’ATO e i Comuni soci, ripetutamente interpellati con interrogazioni e richieste di accesso agli atti, dichiarano di non essere mai stati coinvolti e di non avere atti ufficiali. Inoltre se già la costituzione di questo tipo di società non fosse abbastanza ci è giunta notizia che a breve cominceranno persino a licenziare parte del personale appena trasferito alla nuova società.”
“Aderiamo e parteciperemo perciò giovedì alle 18.00 in piazza Signoria a Firenze, alla manifestazione promossa dal Comitato 2sì per l'acqua bene Comune di Firenze per manifestare il nostro dissenso all’iniziativa portata avanti da Federutility ma anche per ribadire che vogliamo che siano applicati immediatamente gli effetti dell’esito referendario: e che l’acqua torni pubblica e ad essere gestita come un bene comune e non privato di soli alcuni. - conclude Grassi - A Napoli si sta marciando verso una vera ripubblicizzazione del servizio idrico a Firenze l'unica cosa che il Sindaco è riuscito a pensare è privatizzare la società di trasporto pubblico ATAF e di dimenticarsi gli esiti referendari.”
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