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Friday, 07 February 2014 - 02:31
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processo

Omicidio Meredith, la famiglia Kercher consegna lettera a giudici

Immagine articolo - Il sito d'Italia

L'avvocato Francesco Maresca, difensore della famiglia di Meredith Kercher, ha consegnato una lettera dei suoi assistiti al presidente della Corte d'assise d'appello di Firenze, Alessandro Nencini. Nella lettera, ha affermato il legale in aula, vengono spiegati i motivi dell'assenza dei familiari della giovane studentessa inglese uccisa, legati soprattutto alle cattive condizioni di salute dei suoi componenti.

 

IL TESTO DELLA LETTERA - "Questo periodo e' particolarmente stressante per tutti noi e vogliamo disperatamente scoprire la verita' e trovare giustizia per Meredith, che ci e' stata portata via cosi' brutalmente e senza necessita'". E' quanto scrive la famiglia Kercher in una lettera inviata ad Alessandro Nencini, presidente della corte d'assise d'appello di Firenze, e consegnata questa mattina in udienza dall'avvocato Francesco Maresca. "Siamo fiduciosi che le prove verranno riesaminate e che vengano concesse tutte le ulteriori richieste di prove, cosicche' tutte le domande senza risposta vengano chiarite e che la corte possa decidere sulle prossime azioni in questo tragico caso", scrive Stephanie Kercher, sorella di Meredith, uccisa nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007 a Perugia, a nome della sua famiglia scusandosi dell'impossibilita' di essere presenti al nuovo processo. "Questi sono stati i sei anni piu' difficili della nostra vita -si legge ancora nella lettera della famiglia di Mez- e vogliamo poter trovare una conclusione e ricordare Meredith per la ragazza veramente meravigliosa che era piuttosto che ricordare l'orrore che e' associato a lei".

 

"E' una continua battaglia ogni singolo giorno -prosegue la famiglia Kercher nella lettera indirizzata alla Corte- lottare con le nostre emozioni, memorie felici e disperatamente tristi, e l'unico modo in cui il nostro dolore e la nostra sofferenza possono appena iniziare ad essere alleviati e' di ottenere una piu' chiara comprensione dei tragici eventi del 1 novembre 2007. Niente ci riportera' la nostra bella Meredith, e noi la terremo sempre nei nostri cuori e nella nostra memoria, ma abbiamo bisogno di sapere che cosa accadde e lei si meriti per lo meno la dignita' della verita'". Nella lettera indirizzata al presidente della Corte Alessandro Nencini, Stephanie Kercher, spiega anche in un paragrafo i motivi di salute che hanno impedito ai suoi famigliari di lasciare la Gran Bretagna per assistere al processo di Firenze. "Abbiamo parlato molto in famiglia per arrivare a prendere la difficile decisione di non venire in Italia per l'inizio del processo. Mia madre -scrive la sorella di Meredith nella lettera- e' in dialisi piu' volte alla settimana, e questo ha un enorme impatto sulla sua salute. Mio padre ha avuto due ictus in passato. Abbiamo quindi deciso di sostenerci in famiglia qui nel Regno Unito e di seguire il processo da qua mantenendo stretti contatti con l'avvocato Francesco Maresca ed i suoi collaboratori".

 

 
 

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