Alla fine si è dimesso, il vice presidente del consiglio comunale di Firenze, Salvatore Scino, condannato a sei mesi di reclusione nell'ambito del processo Quadra che ha visto anche la condanna di 19 persone tra cui numerosi dirigenti comunali dell'ufficio urbanistica del comune di Firenze e dell'ex capogruppo del Partito Democratico Alberto Formigli. Il giallo sulle dimissioni è rientrato dopo la comunicazione in aula dell'ormai ex vice presidente. Scino, dopo essere stato invitato alle dimissioni dall'onorevole Bonifazi, capogruppo democratico a Palazzo Vecchio e averle annunciate, non aveva ancora formalizzato il provvedimento.
Questo il messaggio del consigliere Salvatore Scino letto nel Salone dei Duecento.
"Ecco la comunicazione che molti aspettavano - ha esordito Scino visibilmente commosso - ringrazio le persone che mi hanno dimostrato solidarietà in questa settimana. Dalle forze dell'ordine ai dipendenti comunali". "Sono commosso e meravigliato di vedere l'attenzione di tanti giornalisti, non sono il sindaco nè l'onorevole Bonifazi, sono una semplice persona - ha proseguito Scino - Ho fatto numerosi interventi di grande importanza sociale ed economica in questo consiglio comunale" ha proseguito l'ex vicepresidente elencando alcune motivazioni che lo hanno visto promotore.
"Colgo occasione per ricordare che tutto ha avuto inizio con un semplice intervento Dia e per il quale sono stati pagati due volte gli oneri - ha spiegato Scino parlando della vicenda della condanna - Chi ci ha guadagnato mi chiedo? Cosa c'entra questa vicenda che risale al 2008 con la triste faccenda della società Quadra di cui non conoscevo neanche l'esisitenza?" prosegue Scino nel suo intervento. "Possibile che si possa affossare l'onore di un uomo per fini disgustamente strumentali?" ha tuonato tre volte il consigliere Pd.
"Che dignità ha chi mi ha voluto accusare di tutto questo? Ma io con molta franchezza non sono nè la balena nè lo squalo - ha detto Scino in aula - pertanto senza sollecitazioni di alcuno mi dimetto per dimostrare con i fatti che non ho alcuno interesse a ricoprire poltrone. Il mio impegno politico semplice prosegue verso i cittadini e verso i più bisognosi". "Non ho mai ambito a nessun privilegio, non accetto lezioni di moralità da parte di chi parla per luoghi comuni" ha proseguito Scino.
"Amici del Pd, della maggioranza, signor Sindaco ve lo dico con molta chiarezza - ha detto Scino rivolgendosi ai consiglieri - se la mia presenza è motivo di imbarazzo ditemelo ora in aula e ne trarrò da uomo libero le mie dovute considerazioni".
"Questo è il mio ultimo atto da vice presidente del consiglio comunale di Firenze - ha concluso Scino - anche se continuerò a testa alta il mio mandato di consigliere comunale con il massimo impegno ed entusiasmo che mi hanno conferito molti cittadini che mi pregio di rappresentare".
Massimo Sconforto
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