“Basta con il tiro al bersaglio sul presidente di Firenze Fiera. La Regione Toscana, che ha nominato Antonio Brotini, prenda una posizione chiara e netta di fronte ai continui attacchi”.
Così il consigliere regionale Gabriele Chiurli (Democrazia Diretta) interviene nella questione del rosso in bilancio della società partecipata che gestisce l’attività fieristica fiorentina.
“Parliamoci chiaro: al netto della mega-multa comminata dal Comune di Firenze a Firenze Fiera – dichiara Chiurli – la società avrebbe chiuso il 2012 in utile. E a partire da quest’anno guadagnerebbe almeno mezzo milione l’anno”. Il conto è presto fatto: la multa da 1,8 milioni riguarda i padiglioni realizzati all’interno della Fortezza da Basso nel corso degli anni e giudicati abusivi nel 2007. In conseguenza di ciò Firenze Fiera è stata costretta ad abbattere i padiglioni e sopperire di volta in volta con strutture temporanee. “Montare e smontare ogni volta queste tensostrutture costa all’azienda mezzo milione di euro l’anno”, spiega Chiurli.
“Nonostante ciò e nonostante le gravi carenze del complesso immobiliare, che necessiterebbe di urgenti investimenti – aggiunge il consigliere – il presidente Brotini è riuscito a riportare in utile il bilancio nel 2012. O meglio, sarebbe stato in utile se il Tar avesse accettato il ricorso contro la multa comminata da Palazzo Vecchio, che peraltro possiede il 9% delle quote societarie”.
“Ma è notizia di questi giorni che Firenze Fiera non dovrà pagare la multa. La società, infatti, ha presentato un nuovo ricorso al Consiglio di Stato, che lo ha accettato e ha sospeso il pagamento fino a sentenza definitiva. Ci sono buone speranze che si trovi un’altra soluzione. Come sarebbe stato possibile anche in precedenza, se non fosse stato per i ricatti politici tra Regione e Comune di Firenze”.
Infine la questione dei dipendenti. “Il contratto è scaduto nel 2005 – spiega Chiurli – e impone alla società un costo enorme tra straordinari e integrativi. Parliamo di oltre 600mila euro l’anno. Bene, la Regione si faccia promotrice di un nuovo contratto, che permetta alla società di funzionare. Di più: si faccia garante dei propri indirizzi in fase di contrattazione. Ma mettere il freno al cambiamento significherebbe far morire l’azienda, con le relative conseguenze sul personale. A quel punto su tutto l’organico, non solo su 6 o 7 persone che potrebbero, invece, essere ricollocate altrove dalla Regione stessa”.
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