Banda larga in dirittura di arrivo, ovunque in Toscana, ma già si parte anche con la banda ultralarga,
che grazie ai soldi della Regione, i fondi europei ed altri finanziamenti pubblici arriverà anche nelle aree che gli operatori considerano a fallimento di mercato, quelle cioè dove i costi per le infrastrutture sono giudicati superiori ai possibili ricavi e che riguardano anche alcune zone industriali.
Essere connessi oggi non è solo fondamentale per il lavoro, lo studio e lo stare insieme: è diventato un diritto fondamentale. "Ecco perché – sottolinea l'assessore all'innovazione e ai sistemi informativi, Vittorio Bugli – è necessario garantire a tutti i cittadini l'accesso a internet. Noi come Regione ci siamo mossi da tempo". La Toscana, utilizzando in parte i fondi europei, ha infatti investito oltre 70 milioni per eliminare il digitale divide. Sono in fase di ultimazione gli interventi per portare internet, almeno a 20 Mbit al secondo e nella metà dei casi addi rittura a 30 Mbit, nelle ultime 1251 località che ne erano finora prive: nel borgo medievale arroccato sulla collina, nelle coloniche a ridosso del bosco o nel gruppo di case che contano appena dodici abitanti.
"Ma non ci siamo fermati – prosegue l'assessore – e abbiamo messo nel piatto altri 120 milioni, sempre grazie anche ai fondi europei, che saranno messi a gara per la banda ultralarga. Pensiamo ai cittadini, ma soprattutto alle imprese, perché non si fa sviluppo senza avere gli strumenti a disposizione. E la rete è oggi lo strumento per eccellenza. Faremo a breve una manifestazione di interesse". Regione e Ministero dello sviluppo economico insieme, con l'aiuto di Infratel, che l'azienda del governo incaricata di attuare il piano nazionale per la banda larga e ultralarga. Internet veloce non è del resto più uno sfizio. Non significa solo dare la comodità di scaricare allegati pesanti o godersi video o la serie televisiva preferita. Consente di lavorare assieme su sistemi Cad, su applicativi tecnologici. E' essenziale anche per la medicina a distanza.
Il piano sarà completato in tre o quattro anni. "Da qui al 2020 – dice Bugli – nelle aree oggi giudicate bianche (a fallimento di mercato ndr) – si potrà navigare a 30 Mbit nel 15 per cento dei casi e nel resto a 100 Mbit". Più di quello che ha chiesto l'Unione europea. Un piano che si distenderà nel tempo, ma con i primi interventi che partiranno subito.
Avranno la priorità i comuni con un maggior numero di imprese rispetto agli abitanti: saranno considerate le aziende del secondo e primo settore, quelle di industria e agricoltura. Sarà tenuto conto anche di un eventuale compartecipazione, pubblica o privata, ai costi. Regione e Ministero porteranno la fibra passiva, spenta. Per accenderla serviranno poi le richieste di imprese e utenti. Nell'elenco figurano comuni come Santa Croce, Bucine, Altopascio e Cerreto Guidi, Capalbio, San Marcello Pistoiese o Roccastrada, solo per citarne alcuni. Sono un'ottantina i territori censiti. Il primo bando conta 27 milioni di risorse pubbliche: 12 ce li mette direttamente la Regione, altri 11 sono del Feasr, il fondo europeo per lo sviluppo delle aree rurali, e 4 il Ministero. Ogni Comune firmerà una convezione con Infratel.
"Naturalmente abbiamo accorciato il più possibile i tempi della burocrazia" conclude l'assessore Bugli. Ogni ente o amministrazione coinvolta avrà 15 giorni di tempo per rilasciare i permessi per scavi al di sotto di duecento metri, quarantacinque giorni oltre i duecento metri. Varrà il silenzio-assenso. Saranno tutte fosse non più larghe di venti centimetri, dall'impatto dunque limitato, e grazie al catasto delle reti che in Toscana è già da un anno realtà potranno essere utilizzate, laddove esistenti, cavidotti e infrastrutture che già ci sono. Per non duplicare i costi. Di più: con il catasto delle reti ogni nuova aree urbanizzata deve prevedere i cavidotti necessari per stendere la fibra.
Entro gennaio l'ottanta per cento, gli ultimi interventi nei due mesi successivi. A marzo 2016 il piano per la banda larga sarà completato e le 1251 località toscane di 190 diversi comuni che lo scorso aprile non potevano ancora navigare su internet a 20 Mbit – quelle dove la banda larga non sarebbe mai arrivata, perché gli operatori non ritenevano vantaggioso investirci - finalmente saranno connesse.
Un piano da 33,8 milioni concertato e cofinanziato dal Ministero per lo sviluppo economico: la metà coperto da risorse pubbliche – 17,3 milioni (7,4 della Regione) - e il resto (16,5 milioni) finanziato da Telecom che ha vinto il bando.
L'accordo risale allo scorso aprile. C'erano da stendere mille chilometri di fibra ottica, che si aggiungevano ai duemila già portati, grazie sempre a finanziamenti pubblici, ma ancora non accesi: duecento chilometri di piccoli scavi, con solchi larghi appena venti centimetri e profondi quaranta ma che richiedevano pur sempre permessi e nulla osta. Seicentosessanta interventi in tutto, compresi armadietti e centraline da attrezzare, per garantire a tutte una connessione almeno a 20 Mbit (teorici) e nella metà dei casi già essere pronti per i 30 Mbits. Per il 99,7 per cento di tutta la popolazione toscana.
"Nonostante il metodo rivoluzionario che abbiamo messo un campo, con un'unica conferenza di servizi e un tavolo con oltre 290 enti, società e istituzioni al posto di tante e piccole conferenze, ci sono stati dei ritardi – spiega l'assessore all'innovazione e ai sistemi informativi della Toscana, Vittorio Bugli - . La conferenza aveva dato il proprio via libera nel mezzo dell'estate e i lavori dovevano concludersi a ottobre. Laddove ravviseremo la responsabilità dell'esecutore applicheremo le sanzioni previste dal contratto".
Ad oggi sono 52 gli apparati messi in funzione delle 380 sedi (e circa 660 interventi) che garantiranno alla fine la copertura in banda larga delle 1251 diverse località che oggi ne sono prive. I lavori si concluderanno entro marzo. Telecom ha inviato un cronoprogramma dettagliato, comune per comune e località per località, consultabile in allegato..
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