“Ci sentiamo presi in giro dalle Istituzioni”. È questo il coro, unanime, dei soci della Canottieri Comunali Firenze.
Stamani, infatti, la Polizia Idraulica attorno alle 9 si è presentata presso i locali della storica società di canottaggio fiorentina per apporre i sigilli alla palestra, uno dei locali lungo la riva sinistra dell'Arno per il quale è prevista la demolizione. Fino alle prime ore del pomeriggio è stato impedito il sequestro degli immobili, perché numerosi soci hanno occupato la palestra. “Andremo avanti ad oltranza” sostenevano stamani alcuni, ma l'ipotesi della richiesta dell'intervento dei Carabinieri e l'identificazione degli occupanti, nel pomeriggio ha fatto desistere chi aveva scelto questa forma di protesta. “Adesso una catena con lucchetto – spiega il Presidente Giancarlo Fianchisti a Il Sito di Firenze - ha di fatto reso inutilizzabile la palestra”.
La questione è assai complicata. Da anni si va avanti a suon di carte bollate, ricorsi e documenti, ma mai come in queste ore la prosecuzione dell'attività sportiva sembra a rischio. “Se si chiude la palestra, ad anno nuovo perderemo gran parte dei soci (ad oggi circa 500, ndr) e senza la loro retta non potremo sostenere l'attività dei nostri atleti – spiega Piero Spina, responsabile del Centro avviamento allo Sport – abbiamo campioni del mondo che si allenano qui, la Comunali Firenze è la prima società italiana che da cinque anni è ai vertici del canottaggio grazie ai successi di Costanza Bonaccorsi, Stefania Cicali e l'atleta di paracanoa Pier Alberto Buccoliero”.
Demanio, Autorità di Bacino, Provincia di Firenze, Comune di Firenze si rimpallano la questione. Difficile indicare un colpevole, ma di fatto 80 anni di storia sono a rischio. Insieme ai titoli mondiali, europei ed italiani che danno lustro, sono in pericolo le attività che, grazie al lavoro dei volontari, hanno prodotto altre eccellenze, come lo sport per i disabili, la riabilitazione di soggetti con danni mentali e fisici e le Dragon Ladies-Donne in Rosa (forma di riabilitazione fisica e psicologica per le donne operate di tumore al seno).
Diverse, anche, le promesse disattese. Si era parlato di trasferire i locali della palestra e gli uffici nei locali dell'ex ristorante La Greppia, ma anche lì sono previste le demolizioni e conseguentemente il magistrato non può concedere i lavori di ristrutturazione. Una delle ultime ipotesi emerse è stata quella di realizzare una palestra sotto una tensostruttura nei pressi dell'Albereta (a monte del ponte Da Verrazzano): ad oggi non ce ne è traccia e comunque la distanza dagli altri locali creerebbe oggettive difficoltà. “Con la Provincia – dichiarò Dario Nardella nell'aprile 2014 - abbiamo ridefinito un cronoprogramma che rimoduli i tempi degli abbattimenti. Quello della palestra sarà all'ultimo posto”. Oggi, secondo quanto emerso, la palestra avrà vita breve. Sembrerebbe, infatti, che ad aprile 2015 arrivino le ruspe. Chi, tra le varie istituzioni coinvolte, viene additato come responsabile si difende dicendo che non si può opporsi alla Legge. Questo è comprensibile. Ciò che, di contro, è incomprensibile, è come mai non ci si sia adoperati per trovare una soluzione definitiva, anziché cercare semplicemente di rimandare. Inspiegabile, a questo punto, la spesa di 280.000 euro stanziata dal Comune di Firenze (proprietario dei locali) che tre anni fa ha finanziato il rifacimento degli spogliatoi e la realizzazione dell'accesso alle strutture per i portatori di handicap.
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