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Approvato il nuovo regolamento

Firenze, dal Comune 500 € mensili per chi prende in affido un bambino

Funaro: “Puntiamo ad incrementare la possibilità che i bambini crescano all’interno di una famiglia”
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Immagine articolo - ilsitodiFirenze.it

Un contributo di 500 euro mensili per chi prende in affido un bambino, sia in affidamento parentale che etero-familiare, riconoscendo per la prima volta lo stesso contributo economico a tutti i minori a prescindere dalla famiglia affidataria, e un nuovo contributo annuale una tantum pari a 150 euro per le famiglie di appoggio, che vengono ‘regolamentate’ per la prima volta: sono le due novità introdotte nel Regolamento comunale per l’affido dei minori approvato dalla Società della salute di Firenze presieduta dall’assessore al Welfare Sara Funaro.
“L’introduzione del contributo mensile di 500 euro è una scelta innovativa e Firenze è una delle poche città italiane a dare il sostegno ai parenti - ha detto l’assessore Funaro -. É una decisione importante perché significa incrementare la possibilità per i bambini di crescere all’interno di una famiglia. Precedentemente il contributo era riservato solo ai minori in affidamento etero-familiare e non ai minori affidati ai parenti, fatta eccezione per i parenti che si trovavano in situazione di bisogno socio-economico dimostrato con documentazione reddituale”. “Il contributo una tantum di 150 euro, invece, è una nuova forma di solidarietà ‘leggera’ fra famiglie - ha spiegato l’assessore -. Le famiglie di appoggio vengono valutate dal Centro affidi comunale e abbiamo deciso di aiutarle perché sono una risorsa nella creazione della cosiddetta ‘solidarietà di buon vicinato’ poiché forniscono un aiuto prezioso alle famiglie che non hanno legami parentali o d’amicizia a cui appoggiarsi per avere un aiuto con i bimbi”.
L’affidamento può essere di tre tipi: full-time, quando il minore vive in modo stabile con la famiglia affidataria incontrando periodicamente i genitori; part-time, quando il minore trascorre con gli affidatari alcuni giorni la settimana rimanendo a vivere con la sua famiglia, e diurno, quando il minore trascorre con la famiglia affidataria alcune ore della giornata.
Complessivamente sono 5 le tipologie di contributo per la cura del bambino in affidamento e variano a seconda della tipologia di ingresso nella famiglia affidataria: 500 euro mensili per affidamento full-time; 17 euro al giorno quello part-time; 9 euro al giorno per quello diurno e 650 euro mensili per l’affidamento all’interno del progetto Accoglienza prima infanzia (P.A.P.I.). Questo progetto garantisce la pronta accoglienza in famiglia affidataria di minori di età compresa tra 0 e 3 anni al fine di garantire ai bambini l’attenzione e la cura di una famiglia fin dai primi giorni di vita, limitando la permanenza in ospedale o in altro luogo non adeguato, ovvero evitando l’inserimento in una struttura residenziale. Infine, c’è il contributo una tantum annuale di 150 euro per le famiglie di appoggio.
I cinque contributi economici possono essere incrementati del 30% nel caso di affido di minori con disabilità, certificata ai sensi della legge 104/1992; inoltre, è possibile un ulteriore incremento fino al 30% dell’importo riconosciuto a fronte di problematiche di natura fisica, psichica e sensoriale e di natura socio-educativa, per comprovate spese mediche (non coperte dal Servizio sanitario nazionale). I due incrementi sono cumulabili.
Infine, possono essere previsti altri interventi di sostegno economico una tantum ad integrazione di spese straordinarie sostenute dagli affidatari per necessità del minore, nell’ambito del progetto concordato con il Servizio sociale professionale competente e di volta in volta previa autorizzazione del Servizio stesso e comunque non oltre l’importo di 500 euro per ciascun anno, con obbligo di rendicontazione.
L’istituto dell’affido si pone diversi obiettivi: oltre ad essere un’occasione per contribuire alla crescita del minore in un ambiente affettivamente protetto, è una disponibilità all’accoglienza concreta ed emotiva da parte degli affidatari, che percorrono un tratto di strada assieme al bambino, costruendo un legame che può restare nel tempo.
Quest’anno il Centro affidi del Comune è riuscito a coprire tutte le richieste di affido che sono arrivate dal Tribunale: al 31 dicembre 2016 presso il Centro affidi c’erano 125 progetti di affidamento attivi; sempre nel corso del 2016 sono arrivate e sono state inserite nella Banca dati del Centro affidi 16 nuovi nuclei affidatari tra famiglie e singole persone.
“L’affidamento familiare è un servizio importante per tutta la comunità - ha spiegato l’assessore Funaro - perché offre la possibilità di supportare e far crescere in un clima sereno ed accogliente bambini in difficoltà, permettendo alle famiglie di origine di rafforzare e recuperare le proprie capacità genitoriali e consentendo alle famiglie affidatarie di vivere un’esperienza di crescita attraverso un importante gesto di solidarietà”. “L’affidamento nelle sue varie declinazioni rappresenta anche una sfida e una crescita per l’intera rete cittadina - ha continuato Funaro - e per la comunità nel suo insieme, che viene sollecitata ad esprimere interesse e solidarietà tra persone e tra famiglie nel prendersi cura delle nuove generazioni”.
Con l’affidamento il bambino incontra temporaneamente una famiglia o una persona che lo accoglie e che assicura una risposta ai suoi bisogni affettivi ed educativi permettendogli di vivere in un ambiente favorevole. Nello stesso tempo l’affido consente alla famiglia del bambino di avere del tempo per superare le proprie difficoltà; in questo senso costituisce anche uno strumento di aiuto per il suo nucleo familiare e rappresenta quindi un’esperienza di solidarietà fra famiglie.
Possono diventare affidatari sia le persone singole che le famiglie con o senza figli e le coppie coniugate o conviventi. Non vengono richiesti requisiti specifici, né viene cercata la famiglia ideale: ogni famiglia ha le proprie caratteristiche che possono rispondere ai bisogni di ‘quel’ bambino.

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