La matematica salvezza della Fiorentina cancella ogni minimo interesse sul finale di questa infinita stagione ed ecco che, per tenere alta l'attenzione sul nulla cosmico, è partito il tiro alla Soprintendenza, rea di aver allungato i tempi del via libera a costruire per il nuovo centro sportivo viola in quel di Bagno a Ripoli.
Nei circa 25 ettari alle porte di Firenze, oltre ai campi da gioco (dei quali due con tribune), la sede della Società (che sarà all'interno della villa esistente ristrutturata) e parcheggi, è prevista la edificazione di palestre, piscine, centro medico, spogliatoi, foresteria, sala conferenze e ristoranti per una superficie complessiva di 22.000 metri quadrati.
La Soprintendenza nell'analisi dei progetti punta il dito contro le altezze di alcuni fabbricati e i conglomerati previsti per alcuni parcheggi interni.
Apriti cielo, una serie di osservazioni tutt'altro che irrisolvibili sono state fatte passare come una pietra tombale su quella che sarà la nuova casa di allenamento delle squadre gigliate.
Ci saranno dei ritardi sui tempi previsti, ma se si considera la rapidità del Comune alle porte di Firenze amministrato dal Sindaco Casini nell'approvare una serie di atti per consentire il via libera, gravati oltretutto dai ritardi dovuti alla pandemia, circa due mesi in più per adeguare i progetti a quanto evidenziato dalla Soprintendenza sono una bazzecola.
Ma il circo mediatico si è scatenato, dando oltretutto spazio ai commenti e opinioni di chi confonde le terga con le 40 ore. Il leitmotiv è: “Ma se Commisso si scoccia e se ne va?”.
Beh, se i tempi previsti si procrastineranno di un paio di mesi, più che scocciarsi, bisognerebbe stappare una bella bottiglia di Sauternes (vino francese da meditazione) e magari sorseggiarlo su un veliero ancorato in rada sul calar del sole. Obbligatorie alcune domande, tra le quali ne spicca su tutte una: quanto conveniente è stata la strategia di non far trascorrere settimana senza attaccare a testa bassa la Soprintendenza? La relazione consegnata al Comune di Bagno a Ripoli sul filo di lana (impedendo di fatto di adeguare le progettazioni in anticipo) odora tanto di suggerimento ad abbassare certi toni... Indubbiamente nella nostra città ci sono esempi che evidenziano scelte discutibili da parte di chi è chiamato a tutelare i monumenti e il paesaggio, ma non si deve dimenticare che chi ricopre questo ruolo si attiene alle norme e chi ci deve sottostare, forse, avrebbe fatto bene ad adottare altre strategie. Cin cin!
Donato Mongatti
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