Da un lato i collettivi e i centri sociali. In pieno giorno armati di spranghe e catene, con il volto coperto e con i caschi.
Dall'altro sei o sette ragazzi di destra, vicini a casaggì, candidati nelle liste di centrodestra alle prossime elezioni universitarie che volantinano per raccogliere consensi e voti.
Raccontano i numerosi studenti presenti che quelli del Collettivo Politico hanno prima cercato di allontanare con cori e minacce quelli di destra, poi però ad un certo punto non ottenendo alcun risultato sono passati alle vie di fatto, aggredendoli con calci e pugni.
Andrea, studente del secondo anno di economia, racconta "Sembrava di assistere ad un documentario in TV sul sessantotto. Tanta violenza non l'avevo mai vista". Maria, studentessa fuori sede nata a Reggio Calabria, è ancora incredula "Io sono di sinistra, ma in questi non mi ci riconosco. Che senso ha cacciare con violenza chi la pensa diversamente da te? Si definiscono antifascisti, ma si comportano come i fascisti del secolo scorso. Tra l'altro io quelli a lezione non li ho mai visti, probabilmente venivano da qualche centro sociale."
Cassaggì dirama una nota in cui esprime la propria rabbia per l'aggressione subita "E’ inaccettabile perché chi ha aggredito era armato ed è uscito da aule universitarie che sono concesse dal rettore e dai vertici dell’Università a personaggi che non le hanno restituite agli studenti, ma che le utilizzano per promuovere odio sociale e politico. Non è accettabile perché abbiamo il diritto di fare propaganda e di vivere l’Università, da studenti e da candidati alle elezioni, come tutti gli altri. Non è accettabile che all’Università entrino persone esterne, magari armate, per creare il caos e cercare di cacciare chi fa politica in altri schieramenti. Non è accettabile perché chi aggredisce in cinquanta contro sette e con armi di ogni tipo in mano non è un militante, ma un vigliacco coperto dal numero e dall’impunità."
La Digos, intervenuta sul posto, indaga e cerca di identificare gli aggressori.
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