Eccidio di Castagno D’Andrea condannati tutti i responsabili. Un risultato importante per la comunità di Castagno d’Andrea e di tutto il Comune di San Godenzo. Dopo le condanne, da parte del Tribunale Militare di Verona, agli ufficiali e sottufficiali nazisti ritenuti responsabili dell’uccisione di 7 civili il 14 aprile 1944 a Castagno, adesso sono state emesse le motivazioni alla sentenza. “A 67 anni di distanza - afferma Alessandro Manni Sindaco di San Godenzo - dopo un colpevole ritardo dovuto a vergognosi insabbiamenti, si dà giustizia e si scrive una pagina importante per il nostro territorio. Si rende giustizia anche ai familiari delle vittime che, nonostante siano passati decenni, hanno ancora vivo il ricordo di quanto successo. Un grazie grande – aggiunge Manni - va all’impegno dell’Avvocato Speranzoni, con il quale non ci fermeremo e con il quale commenteremo insieme in una prossima assemblea pubblica le motivazioni della sentenza”. Entrando nel particolare delle motivazioni, grazie ad una nota proprio dell’Avvocato Speranzoni, che ha seguito come legale il Comune di San Godenzo, quello di Verona (che riuniva tutte le stragi naziste dell’Appennino centrale) è stato un processo penale complesso, che ha confermato la ricostruzione dei fatti di coloro che sono stati chiamati a testimoniare grazie anche all’ottimo lavoro dei magistrati militari e del personale della polizia giudiziaria italiano e tedesco. La sentenza di primo grado del tribunale di Verona , è un primo passo per accertare le responsabilità individuali degli imputati dopo ben 70 anni. Il tribunale ha anche stabilito risarcimenti economici per le famiglie delle vittime da parte della Germania , ma per sapere se questi saranno veramente erogati si dovrà attendere il ricorso tedesco davanti alla Corte di Giustizia internazionale dell’Aja, la quale si pronuncerà entro quest’anno. “La sentenza – spiega l’Avvocato Speranzoni - richiederà ora un’attenta riflessione sulle prossime mosse che faranno i difensori degli imputati i quali hanno 45 giorni per ricorrere in appello. Colpisce la puntualità della ricostruzione, ove è stata valorizzato l’apporto fornito dalle parti civili, e la meticolosità con la quale i giudici hanno ricostruito il sistema degli ordini criminosi”
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