Il ricorso contro il taglio alle spese del personale della sanità, come annunciato dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, è stato notificato il 27 febbraio 2018.
La Toscana, contrariamente a quanto riportato oggi da un giornale in cronaca locale, ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma nazionale che chiede ai sistemi sanitari di spendere per il personale l'1,4 per cento in meno di quanto era stato nel 2004.
"Il via libera al ricorso da parte della giunta c'è stato il 19 febbraio (sei giorni dopo l'annuncio ndr) - sottolinea lo stesso Presidente - e il ricorso è stato notificato alla Consulta il 27 febbraio".
La norma impugnata per illegittimità costituzionale è quella dell'articolo 1, comma 454 della legge 205/2017, ovvero la finanziaria del governo, nella parte in cui inserisce un ulteriore vincolo, puntuale, alla spesa annua del personale sanitario: un norma che, secondo gli avvocati della Regione, lede le competenze regionali e viola gli articoli 117 e 119 della Costituzione.
Il problema è anzitutto lessicale e tutto ruota attorno ad un "ovvero". Se la congiunzione avesse infatti un significato disgiuntivo le Regioni avrebbero facoltà di scegliere il metodo attraverso cui raggiungere il tetto di spesa stabilito dal legislatore statale; e non vi sarebbero dunque vizi di costituzionalità. Ma se quell'"ovvero" avesse un significato esplicativo ed indicasse un modo obbligato – come peraltro parrebbe dalla relazione che in Parlamento illustrava l'emendamento - allora la norma non potrebbe essere considerata di principio e diventerebbe illegittima.
Le conseguenze non sono peraltro uguali per tutti. Gli uffici della giunta regionale sottolineano come il comma impugnato, incidendo sulle spese del personale, colpirebbe di più le Regioni che gestiscono il servizio sanitario con personale pubblico assunto nelle aziende sanitarie e ospedaliere, come la Toscana appunto, e non quelle che per erogare le stesse prestazioni si rivolgono invece a privati.
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